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Discarica Savignano

Lettera di www.irpinia.info ai Savignanesi in merito al referendum

Nel linguaggio di tutti i giorni, rifiuti, immondizia, spazzatura, sono sinonimi utilizzati con accezione negativa per designare un "fardello" da cui ci si deve liberare, a causa del loro ingombro e della loro maleodoranza. E fin qui, nulla da obiettare. Il problema sorge quando i rifiuti vengano concepiti sotto le vesti suindicate, come è accaduto, da parte di chi è deputato a gestire la "Cosa pubblica". Ora, non vi è bisogno di essere un economista, ed aggiungiamo, neanche di aver studiato, per rendersi contodi come i rifiuti vadano riguardati in un'economia moderna: essi rappresentano una grandissima opportunità, costitutendo un'enorme fonte di materie prime riutilizzabili, di energia e di occupazione.

L'economia Savignanese si basa da sempre sullo sfruttamento della terra, tanto che a causa dell'emigrazione, della fuga dei giovani e del crollo demografico, sono tanti gli ottantenni costretti a lavorare ancora la terra per trarvi il proprio sostentamento. Senza dimenticare che i Savignanesi fondano le loro speranze di rinascita sullo sviluppo turistico dell'ambiente.

Posti in tali termini, la questione rifiuti-Savignano, è comprensibile la reazione di tale esigua comunità (1321 residenti ufficiali, effettivi circa i 2/3), a seguito del provvedimento del Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania (sia pure soggetto alla sospensiva del TAR del Lazio), che avrebbe visto la Contrada Ischia delle Rose sommersa da tonnellate di rifiuti.

"Indossando" le vesti dei Savignanesi, Irpini come noi, ne comprendiamo la secessionistica reazione istintiva, che per evitare un torto abnorme, una gravissima ingiustizia, li ha costretti ad un atto estremo, che va contro le loro stesse origini genetiche, ineccepibilmente "Hirpine", quello di richiedere il passaggio alla Regione Puglia.

Perché tutto ciò? A causa delle croniche inefficienze e debolezze della Regione Campania, da sempre non in grado di pianificare la raccolta, lo stoccaggio ed il riciclaggio dei rifiuti. A riguardo, illuminate ci sono sembrate le parole di Domenico Cambria ne "Il Ponte" del 15 aprile: "Servi di Napoli e servi della Campania, questo sono i territori interni dell'Alta Irpinia, la sua gente trattata come gli schiavi d'America all'inizio del 1600".

E qui si prescinde dalla metodologia seguita nel prendere la decisione relativa all'individuazione del sito, che stando a quanto finora abbiamo letto, piuttosto che basarsi sulla condivisione ed adesione della comunità locale (e dei Comuni limitrofi), è stata imposta dall'alto.

Domenica 11 e lunedì 12 giugno si terrà il referendum consultivo per il passaggio di Savignano Irpino dalla Campania alla Puglia, che in caso di prevalenza dei SI, determinerà l'avvio del procedimento di approvazione della legge nazionale che ne sancirà l'effettivo distacco.

Invitiamo i Savignanesi a guardare lontano, verso il futuro ma anche verso il passato. Sarebbe davvero un peccato se le pecche di alcuni amministratori e politici locali finiscano per determinare la rescissione dei legami sanciti dalla storia e, se si vuole, ancor di più, dall'etnia.

L'accoglienza che sarebbe riservata a Savignano nella Capitanata, ed in generale nella Puglia, vorrebbe fondarsi sul minimo comune denominatore basato sui processi di sviluppo sostenibile, sulle potenzialità dei sistemi produttivi, sull'innovazione tecnologica, concetti belli a dirsi ma difficili assai a tradursi in pratica (e ad ingenerare reali processi di crescita). Un passo così importante andrebbe fatto, al contrario, proseguendo col linguaggio matematico, sul Massimo Comune Multiplo, che per quanto già detto, vede Savignano parte imprescindibile dell'Irpinia.

Del resto, la storia relativamente vicina a noi, dovrebbe far riflettere ancora di più i Savignanesi. Abbiamo fatto un giro oltre che per Savignano, per gli altri Comuni aggregatisi in passato alla Puglia (Rocchetta Sant'Antonio, Anzano degli Irpini, Accadia degli Irpini, Orsara Dauno Irpino, Monteleone). In generale, non abbiamo raccolto entusiastiche affermazioni in merito all'appartenenza alla Provincia di Foggia, tanto che di solito ci hanno detto "Prima eravamo l'ultimo Comune della Provincia di Avellino, adesso l'ultimo di Foggia!". Anzi, a Rocchetta ci hanno più volte detto "Stavamo meglio con Avellino" ed hanno recriminato alquanto per il disastroso stato delle strade che conducono a Foggia. E parliamo di Comuni irpini migrati da Avellino a Foggia da oltre 80 anni!!!!!!!! Ripietiamo 80 anni, e vi parlano di sviluppo, potenzialità ed innovazione!!!!

A ben vedere, non è la singola migrazione di Savignano in Puglia a rappresentare la "soluzione", ma piuttosto la fuga di tutti i Comuni dell'Irpinia dalla Campania rappresenterebbe la "panacea di tutti i mali". Ciò che occorre è l'istituzione della Regione Irpinia, che comprenderebbe una popolazione superiore alla Valle d'Aosta ed al Molise messi insieme. Gli ostacoli di ordine costituzionale alla soluzione prospettata sono superabili.

Augurandoci di non aver abusato della Vostra residua pazienza, nel SalutarVi, Vi invitiamo a meditare su quanto abbiamo scritto.

Irpini che amano la propria terra, tutta!