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Il V secolo A.C. fu caratterizzato da una irresistibile attrazione che le coste della penisola italica esercitarono sulle popolazioni di lingua osca.
Alcune tribù sannitiche si spinsero verso la pianura campana, sovrapponendosi a ciò che rimaneva della decadente presenza etrusca. Raggiunsero il Mar Tirreno e fecero propri, uno dopo l'altro, dapprima i principali centri etruschi, poi quelli greci. La prima a essere conquistata fu Capua (attuale Santa Maria Capua Vetere), i cui abitanti cercarono riparo a Neapolis (Napoli), da essi fondata, sulle rovine della precedente Partenope.
Stessa propensione venne manifestata dai Lucani e dei Bruzi che si diedero alla conquista delle colonie italiote (città della Magna Grecia nella Penisola italica).
Perciò, tra la fine del V secolo e l'inizio del IV secolo A.C., le popolazioni di lingua osca occuparono tutte le città etrusche e greche, all'infuori di Neapolis, che riuscì non solo a preservare la sua indipendenza, ma ad accrescere la sua prosperità, da un lato, grazie alla gestione dei traffici mercantili tra la costa e l'entroterra campano, dall'altro, assorbendo nel suo tessuto sociale i "Campani", a cui concesse la cittadinanza.
In origine, "Campani" erano in origine gli abitanti di Capua (dal greco Kappanòi), l'attuale Santa Maria Capua Vetere.
Successivamente, per estenzione, tale vocabolo venne utilizzato per qualificare i Sanniti che avevano occupato l'area compresa tra il fiume Volturno ed il Vesuvio, che sempre rifacendosi a Capua, avevano creato la Lega Campana.
Pertanto, la breve ricorstruzione effettuata fa comprendere come il termine "Campani" designava i Sanniti del mare, che cominciarono a distinguersi dai Sanniti della montagna, i Pentri, i Caudini, i Marriccini, i Frentani e gli Hirpini (se Samnites si vogliono vedere e non Sabini).