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"Italia"

Nel lessico istituzionale internazionale per trovare la parola "Italia" occorre giungere al 26 gennaio 1802, al Congresso di Lione, che permise la nascita del primo "Stato italiano". Si trattò di una elargizione di Napoleone Bonaparte: mentre il bolognese Vincenzo Brunetti stava leggendo il testo definitivo della Costituzione, nel pronunziare "Repubblica Cis..." venne interrotto dal grido "Italiana!" e Napoleone, sorridendo, permise l'adozione della nuova dizione (non dimentichiamo che era Corso e che la Corsica era stata genovese fino a pochi anni prima della nascita di Napoleone).

Quanto detto vale in relazione all'ufficialità della denominazione "Italia". Procedendo a ritroso nel tempo, è importante sottolineare in relazione all'analisi storica relativa alle origini degli Irpini (Hirpini), che nell'VIII secolo A.C., all'arrivo dei primi coloni Greci nella penisola, non solo non si parlava di Italia, intesa come nazione o Stato, ma neppure di Italia come entità geografica, cosa che accadrà solo dopo l'assoggettamento dei popoli a sud delle Alpi da parte dei Romani.

Infatti, a lungo, gli abitanti della penisola italica non si resero conto della continuità territoriale del paese dove si erano insediati. Se è difficile immaginare cosa sarebbe accaduto agli eterogenei abitanti della penisola in assenza dell'intervenuta unificazione etnica della penisola (che ingenerò la coscienza dell'Italia, intesa come regione geografica), se cioè, sarebbero comunque addivenuti ad una progressiva fusione oppure avrebbero cercato di preservare la loro indipendenza e le loro tradizioni, senza fondersi, disputato è il ruolo svolto dal fattore fisico-geografico.

Una prima tesi "pessimistica" sottolinea l'estrema difformità morfologica e climatica della penisola italica, talché, l'unificazione politica sarebbe stata a lungo frenata, anzi ostacolata, non solo dal fattore geografico indicato, ma anche da quello etnico, vista la presenza per secoli di una moltitudine di differenti popoli. In altri termini, secondo questa tesi, l'area delimitata dallo spartiacque delle Alpi e la costa della penisola non costituirebbe una regione geografica o naturale, cioè un'area idonea a favorire, nel corso dei secoli, lo sviluppo del processo di convergenza, amalgamazione ed unità delle differenti etnie ivi stanziate. In primo luogo, tale tesi pone l'accento sul fatto che le Alpi, permettendo tramite i valichi un agevole contatto tra la Pianura del Po e l'Europa centrale, non andavano affatto considerate una barriera insormontabile, che di necessità costringeva le popolazioni italiche a rimanere nell'imbuto rappresentato dalla penisola. In secondo luogo, il fatto che la penisola italica si distenda nel Mare Mediterraneo, non implica che da tale favorevole conformazione, ogni sua parte ne abbia potuto trarre vantaggio allo stesso modo, vista le differenti tipologie di oste e la diverse possibilità di accesso tramite esse all'interno del territorio. Ad esempio, la Liguria, ricca di insenature ed approdi, presenta i monti a ridosso del mare, rendendo problematici i contatti con l'interno, mentre nel Veneto, la costa ed il retrosante territorio sono bassi, ma l'approdo era reso problematico dalla presenza della laguna. In terzo luogo, la catena appennninica attraversa la penisola in modo diseguale, nel senso che approssima maggiormente la costa orientale rispetto a quella occidentale (nella parte superiore), con la conseguenza che sul lato orientale minori erano le condizioni per la creazione di porti, per la navigazione e lo sviluppo dei traffici mercantili.

La seconda tesi, opposta alla prima, che fa leva sull'Archeologia e le fonti letterarie remote, sottolinea il ruolo svolto dalla particolare conformazione geografica dell'Italia, protetta dalle Alpi e circostritta dal mare, che funse da una sorta di vicolo cieco per i popoli penetrativi, cioè le tribù italiche, gli Etruschi e popolazioni estranee (Greci, Fenici, Celti), i quali, entrando in contatto, cominciarono a conoscersi ed interagire, creando le precondizioni per una futura fusione in un sol popolo.

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