Il sito è accessibile ad ogni browser o strumento che consenta di navigare sul web. Tuttavia, per godere della migliore esperienza di navigazione, occorre scaricare un browser più aggiornato, compatibile con gli standard web.
In cima all'imponente guglia rocciosa che domina il centro di Pietrastornina si trovano i resti del Castello medioevale, eretto in epoca longobarda e di cui si ha già traccia in documenti dell'VIII secolo, precisamente nel 774, quando il Principe longobardo Arechi II donò il Castello di Pietrasturminea alla chiesa di S. Sofia di Benevento.
La costruzione del fortilizio difensivo fu giustificata dalla difficile accessibilità del sito, e quindi alla sua facile difendibilità, unita alla strategica posizione, che consentiva agevolmente di dominare e controllare il territorio sottostante.
Sfruttando la conformazione della guglia su cui venne edificato, il Castello assunse una conformazione anomala, differente da quella tipica dei vari castelli, presentando almeno due corpi di fabbrica, di diversa dimensione, ovviamente, eretti a livelli differenti. Sulla roccia viva vennero scavate delle scale, dei camminamenti, delle mura che cingevano tutta la guglia. Attorno al fortilizio difensivo, sempre durante la dominazione longobarda, sorse il borgo medioevale.
Altra citazione documentale del Castello risale al 1239, durante il dominio svevo dell'Imperatore Federico II, quando la struttura fu ricompresa nei "Castra exempta".
Oggi, della struttura residuano tenui tracce, ruderi senza una forma precisa, in quanto lo stato di degrado del Castello era talmente avanzato, che l'11 febbraio 1837, il Comune fu costretto a decretarne la demolizione, dato la persistenza del rischio di caduta di porzioni dei ruderi sulle sottostanti costruzioni. E tanto era avanzato lo "stato di decomposizione" del Castello, che non fu possibile recuperare alcun materiale riutilizzabile (es. pietre, legname, metalli).