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Immersa nel Bosco di Serino, in località Ogliara, su di un piccolo
altopiano delimitato dal fiume Sabato, si trova una cinta muraria della
circonferenza di circa 2 chilometri. Tale sito, oggi noto come “Civita
di Ogliara”, secondo la Tradizione, è quello della mitica
Sabatia, città degli Hirpini, la cui popolazione fu costretta alla
fuga a causa della sua distruzione, originando Serino, Solofra, Montoro
e Montella. Non si sa se Sabatia venne distrutta dalle truppe di Annibale
nel corso della Seconda guerra punica (219-201 A.C.), o dai Romani per
punire i Sabatini divenuti alleati di Annibale o nel corso delle Guerre
sociali (91-88 A.C.), sotto Silla. Pure controverse furono le disquisizioni
di numerosi poeti e storici, alcuni dei quali furono favorevoli, altri
contrari, all’identità Civita = Sabatia (o Sabatium), quali
Scipione Bellabona (Ragguagli della Città di Avellino del
1648), Niccolò Amenta (1710), Domenico Giella, Giustiniani,
(Dizionario del Regno delle Due Sicilie del 1805), Romanelli
(Dell’antica topografia istorica del 1815), Orilia
(Su’ i ruderi d’un antichissimo villaggio del 1883),
I.V.Woolley (La Civita in the valley of the Sabato nella raccolta
Papers of the British school at Rome del 1910), Francesco Scandone
e Teodor Momsen, probabilmente il più importante archeologo del
XIX secolo. Tuttavia, passando dalla Tradizione e dalle ipotesi degli
scrittori all’analisi
storica, occorre osservare che né la "Tabula Peuntigeriana" (mappa
geografica del XII secolo), né gli scrittori antichi scrissero di una
"Sabatia".
Esiste solo un riferimento indiretto, ad un popolo "Sabatino" (Tito
Livio, Lib.XXVI,34).
Già lo Scandone, escluse che la cinta muraria fosse hirpina o romana,
visto che la ascrisse al periodo della guerra civile nel Principato Longobardo
di Benevento (839 D.C.). Indagini più recenti, dell’Università degli
Studi di Salerno, fanno risalire le mura al settimo o all’ottavo secolo
D.C.
Passando
alla nostra visita, osserviamo che in diversi punti le mura si stanno "sfaldando",
tantissime, infatti, sono le pietre arrotondate di varie dimensioni che
sono rotolate per terra, tanto che allo stato è in corso un intervento
di restauro. Vi mostriamo le immagini di una delle porte d’ingresso,
ai cui piedi insiste un blocco lavorato che raffigura una testa di toro
ed un fiore.
In alcuni punti le mura sono ancora possenti ed alte, come si vede nella prima immagine che vi abbiamo fornito. La seconda immagine, che mosta una visione ravvicinata delle mura, fornisce un’idea della tecnica costruttiva utilizzata. Chi volesse approfondire la tematica, da un lato, può ammirare la galleria delle immagini della Civita che abbiamo predisposto, dall’altro può leggere “Serino: La Civita di Ogliara tra mito e realtà” di Maria Cristina de Falco, pubblicata su “Irpinia ed Irpini” n. 3 del 31/3/2007.