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Il bosco ceduo a querce (cerri e roverelle) e castagni che circonda Sturno ha da sempre rappresentato una grande fonte di ricchezza per gli Sturnesi.
Infatti, ha funto come fonte di approvvigionamento del legname necessario sia per il riscaldamento, che come materia prima per diverse attività artigianali legate alla trasformazione del legno. Le castagne sono state usate per l'alimentazione umana, le ghiande per quella animale.
Gli Sturnesi tengono molto al loro bosco, e lo attraversano con piacere, seguendone i sentieri, ossigenandosi passeggiando tra la natura incontaminata.
Sono presenti altre piante interessanti dal punto di vista botanico, naturalistico o commerciale: corniolo, sorbo, acero campestre, olmo (in passato usato per le viti) e, nei luoghi più umidi, pioppo e salice (artigianato di cesti e contenitori intrecciati, oggi rifiorente).
Numerosi sono i "pennuti": storno (a cui è legato il nome del paese), cuculo, averla, ghiandaia, allocco, civetta, barbagianni, rigogolo, picchio, merlo, passero, gazza, cornacchia, poiana, gheppio.
Non mancano i mammiferi: volpe (purtroppo ne abbiamo vista una morta investita mentre un rapace "banchettava" sulla sua carcassa), faina, donnola, riccio, moscardino, ghiro, pipistrello.