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L'odierna chiesa di Santa Maria del Popolo è una nuova chiesa, edificata in un sito diverso rispetto a quella originaria, utilizzandone, però, alcuni elementi, quale il portale, alcune lapidi e simili.
Della struttura originaria restano solo le basi della vecchia torre campanaria, come si vede nell'immagine sulla sinistra.
Di tale non più esistente chiesa Madre alcune notizie vengono ricavate da due lapidi, che si trovano all'ingresso della chiesa nuova, nascoste dallo splendido portale d'ingresso in pietra, che si vede nella seconda immagine.
Le due lapidi, ricomposte, in quanto danneggiate e ridotte in pezzi dopo il terremoto del 23 novembre 1980, contengono delle iscrizioni in latino.
La prima lapide riporta il seguente testo:
D.O.M.
UNIVERSITAS TERRAE TORELLAE POSTQUAM
ANNO DOMINI 1555 HANC SANCTAE MARIAE DE POPULO
CUM JURE PATRONATUS ACQUISIVIT
AD HANC CONSPICUAM CUM
PINNACULO CAMPANIS ORNAMENTIS ET ALIIS
PEDUCI ECCLESIAM FORMAM AERE CURAVIT UNIVERSALI
CLARIS SCRIPTURIS TESTANTIBUS
AD DEI ET SANCTAE MARIAE DE POPULO HONOREM
AC POPULI COMMODUM
COMPLETIS
ANNO SALUTIS
(1599).
Una quadretto che sottostà alla lapide, riporta la seguente traduzione:
Luogo sacro a Dio Onnipotente.
L'Università della Terra di Torella nell'anno 1555 prese in consegna
questa
chiesa di S. Maria del Popolo avendone ottenuto il diritto di patronato.
Perciò la traformò dandole una struttura maestosa, arricchendola
di un'alta facciata di campane, di fregi e di quanto altro ci fosse necessario
al suo abbellimento.
Lo fece col denaro di tutto il popolo, come è ampiamente attestato
dai dicumenti scritti.
I lavori, eseguiti per onorare Dio e S. Maria del Popolo e per la comodità
dei fedeli, furono portati a termine nell'anno 1599 della nostra salvezza.
La seconda lapide contiene il seguente testo:
DEO OPTIMO MAXIMO
ET VIRGINIS. DEIPARAE DE POP. ADPELLATAE
SIET(?) DEI HOMININUMQUE:SEQUESTRA PIENTISSIMOR CIVIUM SISPITATRIX
TMMMLCM(?) SECULO AB HINC REMOTIORI EXCITATUM DEDICATUMQ:
STATIS PER TREMENDIS RELIG. CHRIST. OFFICIIS EXEQUUNIS
SED EHEV:SIVE AERIS SUBTUS AMBIENTIS SIVEIGNIV SUBTERRENOR
OCCLUSA VITELLUREM SUPERIMPOSITAM JMPETENTE
CERTE SUMMI DEI IMPERCEPTIBILI PERISSU
CONCUSSA DETRUNCATAM COLLAPSAM JMMANEM SACRAM MOLEM
AN 1732 MOESTISSIMI CIVES INDOLVERUNT
HUNC AUSICIIS FAUSTISS IPSIUS MET DEI ET VIRG. S. DEIPARAE
FERDIN. IV DN NRO CLEMENTISS, PIO AVG. FEL, REGNANTE
DOMCUS CIMINERA PLURIB. PIIS LOCIS ADMINISTRANDIS COLLATO STIRPE
QUAM CERNIS STRUCTURA CELSISSIMAM SPACIO LATIOREM
OPERE TECTORIO ARIS INSTRUCTIS CETEROQ. CULTU ELEGANTISSIMAM
RESTITUTAM CURAVIT
AN. SAL. REP. 1763
Un secondo quadretto, sempre al di sotto della lapide, riporta la seguente traduzione:
Il tempio fu eretto in tempo lontano e consacrato per celebrarvi i tremendi
offici stabiliti nella religione cristiana e fu dedicato a Dio Onnipotente
ed alla Vergine Madre di Dio, invocata col titolo di S. Maria del Popolo,
affinchè fosse la mediatrice tra Dio e gli uomini, la liberatrice
dei devotissimi fedeli di questo paese.
Ma ahimé quanta sciagura li colpì!
La forza sia del gas che del fuoco compressi nelle grandi profondità
del suolo che ci circonda, messasi in moto certamente con l'imperscrutabile
permesso di Dio onnipotente, scosse con improvviso sussulto la terra soprastante
e nel 1732 i cittadini addolorati piansero sconfortati il crollo della facciata
e del grandioso sacro edificio.
Ora con il favore e l'aiuto dello stesso Dio e della Beata Vergine Madre
di Dio, felicemente regnante i nostro clemente e pio sovrano Ferdinando
IV, Domenico Ciminera, mettendo insieme il denaro raccolto nell'amministrazione
di parecchi luoghi pii, ha curato la ricostruzione di questa chiesa.
Tu stesso la ammiri molto alta nella facciata e più spaziosa all'interno.
Nel curarne il restauro l'ha resa molto più bella per i lavori di
intonaco, per gli altari ben preparati e per altri ornamenti.
Nell'anno 1763 della nostra recuperata salvezza.
Quindi, mettendo assieme gli elementi salienti tratti dalle due lapidi, possiamo dire che la chiesa Madre venne abbellita e dotata di campanile con lavori terminati nel 1559. Il che fa supporre che la chiesa originaria sia stata eretta in precedenza, forse anche prima dello stesso XVI secolo. Nel 1732 la chiesa fu praticamente distrutta dal fuoco. La ricostruzione venne conclusa nel 1763.
Infine, a seguito del terremoto del 1980, l'edificio religioso andò nuovamente distrutto e venne ricostruito in un sito differente, in posizione più elevata rispetto all'originaria, ma non lontano da questa.
La nuova chiesa è corredata da artistici manufatti di artigianato locale, recuperati nella chiesa terremotata. Tra le numerose opere d'arte recuperate, sottoposte a restauro, si segnalano le tele di Francesco De Mura ed Angiolillo Arcuccio.