Avellino - Medioevo
Toponimi
Antiche Chiese e Monasteri
Economia e Demografia

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Il prof. Donato Violante, l’autore di "Avellino – Medioevo", laureato con 110 e lode in Economia e Commercio, ha seguito l’iter relativo al tipo di laurea, abilitandosi all’esercizio della professione di Dottore Commercialista, conseguendo il diploma post- universitario in Commercio Estero, fornendo consulenza ed assistenza ad aziende emiliano - romagnole, impiegato in un’azienda di credito ed ha rifiutato altre offerte, sempre bancarie, di rilievo, ha un curriculum vitae di grande spessore e che comprende anche approfonditi aggiornamenti nel campo della tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione, che gli hanno consentito di collazionare le numerose e minuziose ricerche personali, nel libro in questione, praticamente da solo. La sagace competenza dell’autore gli ha consentito, pur spaziando nei secoli, di compendiare, in un solo volume, i risultati delle sue minuziose e faticose ricerche, comprendenti, tra l’altro, notizie rilevanti, toponimi, antiche Chiese e monasteri, senza dimenticare di illustrare economia e demografia dell’epoca ed interessanti disegni, foto ed altre indicazioni visive.

Dice l’autore: "Ogni comunità, piccola o grande che sia, ha una peculiare storia, in taluni casi millenaria, in altri, più breve, secolare. Tale storia viene raccontata, talvolta stravolta, o anche semplicemente fraintesa. Col passare dei secoli, infatti, i documenti originali si deteriorano, perché aggrediti dalla muffa, o anche semplicemente perché mal conservati a causa dell’incuria umana. Molti vanno distrutti o comunque perduti per vicende naturali (terremoti, alluvioni, pestilenze)o per accadimenti umani (guerre, saccheggi,incendi, furti, asportazioni ….). Pertanto, fornire un “quadro fedele”, è difficile, talvolta impossibile. Di conseguenza, molto spesso, piuttosto che ricostruzioni vere, occorre accontentarsi di quelle verosimili. Compito dell’interprete è quello di cercare di limitare al massimo l’incertezza e la discrezionalità, cercando di colmare i vuoti, le lacune, con minuziose ricerche d’archivio ed osservazioni sul “campo” che lo indirizzino nella giusta direzione.

Ebbene, avendo letto l’opera in questione con la massima attenzione, posso con sicurezza affermare che ciò ha chiarito dubbi e colmato lacune che avevo, per mancanza di testi specifici, sugli eventi terribili che la nostra città ed i suoi abitanti hanno sopportato nei secoli: mai appellativo "Irpini" fu così bene attribuito ad una popolazione! Il patrimonio storico alquanto limitato ha reso ancora più ardua la ricostruzione storica. Il primo vero storico di Avellino fu Scipione Bellabona, che operò nel XVII secolo: egli ebbe il grande merito di aver tramandato importantissime informazioni, tramite i “Ragguagli della città di Avellino” ed “Avellino sacro”. Purtroppo, però, Bellabona,  nella prima edizione dei “Ragguagli”, pubblicata dall’Editore Cavallo nel 1642, ebbe l’ardire di pubblicare contenuti “eretici”, o almeno ritenuti tali, per cui, la Corte Arcivescovile di Napoli, nel 1644, decretò il rogo pubblico per tutti i libri stampati per fortuna ne venne salvata una copia. “Avellino sacro”, invece, è pervenuto nello stato di manoscritto. Altri hanno seguito  Bellabona, quali ad esempio: Francesco De’ Franchi, Serafino Pionati, Giuseppe Zigarelli, Giovanni Rotondi, Antonio Carpentieri, Francesco Scandone, Nicola Rizzo, Giovanni Mongelli, Placido Mario Tropeano etc.. Ciò nonostante, fra tante opere, si avvertiva la  mancanza di un  testo di dimensioni “leggibili”, che fornisse uno sguardo d’assieme, approfondendo le varie tematiche, sussidiando il lettore con numerose indicazioni visive, sia sotto forma di disegni, raffigurando lo stato dei luoghi, sia di fotografie relative agli stessi luoghi, attuali e/o meno recenti.

Dice l’autore: “Prima che di ogni altra persona, questo libro ha soddisfatto la mia “sete” di conoscenza, costringendomi a ricercare ed indagare sul campo. Per questo, ho ripetutamente vagato per “Selleczanum”, la collina dove sorge il Duomo, detta “La Terra” e le zone adiacenti, ad esempio, Rampa Tufara, il Castello, il Planum, il Suburbio, Furnillo, Pontarola, etc. “, io, conoscendo la sua “fame” di sapere (mi dicono che abbia girato molto per conoscere luoghi, usi e costumi di varie parti del mondo), lo vedo, con gli occhi della fantasia, vagare per quei luoghi fornito di lente d’ingrandimento, per non perdere neanche il più piccolo dettaglio.

(Rosa Bonaiuto)