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Nelle immediate vicinanze di Andretta, e visibile da questa, lungo la Strada Statale 91, si trova un agglomerato sorto attorno al Santuario della Stella Mattutina, anche detto della Vergine Stella del Mattino, a cui si riferisce l'immagine sulla sinistra. Si tratta di una struttura religiosa annessa al vecchio Convento fondato dai padri Cistercensi nel XVI secolo, che si vede nella fotografia sulla destra.
Le origini del Santuario, però, sono sicuramente anteriori, e forse di molto, visto che la sua esistenza è già provata documentalmente sin dalla seconda metà del XV secolo, quando il Santuario venne ampliato per ordine del vescovo di Canosa e Rapolla, Monsignor Malizia Gesualdo (nominato da Innocenzo VIII nel 1482), con la creazione dell'attiguo Convento, sia pure in forma "embrionale".
Tale evento veniva descritto da una lapide non più esistente, ma il cui testo ci è giunto tramite Angelo Acocella:
"D. O. M. ET SANCTAE EIUS GENITRICI
HOC OPUS FIERI FECIT
FR. ROBERTUS NEIANUS UNA CUM D. BARTHOLOMEO
ET ROBERTINO DE ANDRECTA PROCURATORES
HUIUS ECCLESIAE S. MARIAE DE LA MATINA
SUB. REV. PATRE ED DOM. MALITIA DE GESUALDO
EPISCOPO RAPOLLIANO ED CANOSIA
PER MANUS MAGISTRI ANGELI DE MURO
HABITATORIS VENUSI
IN HOC ANNO DOMINI 1487
HAEC CUNCTA PRO ELEMOSINIS".
Il Convento, che venne ampliato successivamente grazie all'acquisizione
di un terreno, funse da "grancia" dell'Abbazia di S. Lorenzo in
Tufara di Pescopagano. La gestione del Convento, solo per qualche anno,
dal 1576 al 1581, venne sottratta ai Cistercenzi per andare ai Padri Conventuali.
La Vergine della Stella Mattutina protesse gli Andrettesi dall'epidemia di colera del 1656, come ricorda una lapide del 1664.
All'inizio del XIX secolo, a partire dal 1818, venne iniziata la costruzione di una struttura destinata ad ospitare una Congregazione di Missionari, quella dei SS Cuori di Gesù e Maria, che acquisì la disponibilità dell'edificio il 4 febbraio 1827. Onde evitare che le spese effettuate per l'edificazione e l'occupazione dello stabile venissero vanificate, si cercò di istituire un Convitto per l'istruzione dei giovani di Andretta, dotando il Convento di terreni e capitali, ma i Monaci Antoniani ben presto abbandonarono il Convento, sia per problemi burocratici, che per carenza di personale.
Ulteriore tentativo di animare il Convento venne fatto nel 1833, a favore dei Frati Riformatori di S. Francesco di S. Andrea di Conza, e dopo una serie di incomprensioni, alla fine i Frati presero possesso della struttura, percependo un sussidio annuo di 90 ducati.
Dopo l'abbandono del Convento, nel 1910 i suoi sottani vennero utilizzati per la creazione di un'area di riproduzione per bovini, suini ed equini.
L'8 settembre 1923, il Santuario venne elevato a Parrocchia, dietro le sollecitazioni operate dall'Arciprete Angelo Acocella.
Nel 1924, per reperire i fondi necessari per l'edificazione della Scuola elementare, la struttura fu posta in vendita.
Il 7 giugno 1962, il Consiglio Comunale deliberò l'istituzione di una Casa di riposo per anziani bisognosi presso il Convento.
Infine, con Delibera comunale del 29 dicembre 1994, il Convento e la ex Scuola materna vennero ceduti ai Frati Minori del Cuore Immacolato di Maria.
Il Santuario della Stella Mattutina è meta di continui pellegrinaggi.
Il portale d'ingresso in pietra calcarea è sormontato da una nicchia in cui è collocata la statua della Vergine col Bambino. La struttura è in muratura di pietrame, le volte presentano elementi di laterizio cilindrici. All'interno, si segnalano un notevole altare in pietra locale con intarsi marmorei, dominato da una statua della Vergine col Bambino risalente al XVI secolo.
Alla Vergine è dedicata la Festa della Mattinella, che si tiene l'ultimo sabato e l'ultima domenica di maggio, e che costituisce indubbiamente uno degli eventi religiosi più interessanti dell'Alta Irpinia. Massiccia è l'affluenza non solo degli Andrettesi, ma anche dei Vallatesi, visto che la Vergine sarebbe originaria di tale paese. Secondo la leggenda, infatti, una statua della Vergine, venerata da lungo tempo a Vallata, venne rinvenuta nei pressi di Andretta. I Vallatesi, credendo ad un furto, se ne riappropriarono, ma vanamente, visto che, nonostante tutte le cautele, onde evitare ulteriori "sparizioni", si rivelarono vane, visto che la statua venne ritrovata un mattino su di una pianta di sambuco, ciò che venne interpretato come chiaro segno della volontà della Vergine di aver eletto Andretta a sua nuova sede. Ciò spiega la costruzione dell'originaria chiesetta dedicata alla Vergine, la cui statua, durante la Festa, viene portata in processione in vetta ad un un carro, originariamente trainato da buoi, a cui fanno da corredo, ai suoi piedi, delle "vergini" in giovane età che indossano abiti bianchi e altre con i "mazzetti", con giovani "angeli" alati, con cesti abbelliti da orchidee, gigli e nastri bianchi, ceri e spighe di grano. Tale processione incontra quella analoga mossasi da Vallata: i parroci dei due Comuni ed i relativi Sindaci si scambiano le stole, volendo con ciò significare la condivisione del culto della Vergine della Stella Mattutina.