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La prima immagine sulla sinistra si riferisce alla chiesa del Carmine, risalente al XVIII secolo. L'edificio religioso venne realizzato, come tanti altri edifici dell'area, su ruderi di edifici romani. Carino e ben tenuto è il giardinetto accanto alla chiesa, di cui vi forniamo un particolare nella galleria di immagini. La seconda immagine sulla destra si riferisce alla chiesa di S. Maria Maddalena, recentemente restaurata, che si trova all'ingresso del paese, subito dopo il filare formato da maestosi platani che accolgono il visitatore (anch'essi mostrati nella galleria di immagini).
Le due immagini successive si riferiscono alla chiesa di S. Pasquale, che si erge sulla collinetta che sovrasta la piazza centrale Umberto I. E' un'imponente costruzione di colore arancio carico. Bello è il portale in pietra, di cui offriamo il particolare nell'immagine sulla destra, su cui è incisa la data del 1617. La lapide che si nota sopra il portale, riporta la seguente scritta in latino: " D.O.M. DIVO JOANNI BAPTISTAE D.N.S.C. PRAECURSORI DICATUM A.D. MDXCIII".
Nel centro storico di Atripalda spicca la chiesa chiesa di S. Maria delle Grazie, corredata da una grande torre campanaria, mostrata nell'immagine sulla destra.
Nonostante l'imponenza e la bellezza dell'edificio religioso, nessuna citazione è fatta nei vari documenti su Atripalda che abbiamo consultato.
Le due immagini successive pongono a confronto il nuovo con l'antico. La foto sulla sinistra si riferisce alla chiesa della confraternita della SS Annunziata, che era una delle più antiche di Atripalda, in cui si conservavano reperti importanti di età romana ed alcune opere d'arte, tra cui un quadro dell'Annunciazione, di scuola fiamminga. Quella sulla sinistra mostra i ruderi della basilica paleocristiana, nei cui pressi, ci è stato detto, sorgeva la casa di S. Sabino, il Patrono di Atripalda.
Delle altre chiese non vi mostriamo le immagini.
La chiesa di S. Giovanni, costruita su rovine di edifici romani, ha annesso un convento, in cui sono conservati dei dipinti del Sarnelli, del De Mita e del Matteis, una tela che ritrae il Bambin Gesù con la Madonna ed un crocifisso del XVIII secolo.
Della chiesa del SS. Rosario (o di S. Maria), semidistrutta dal terremoto del 1980, residuano soltanto le mura perimetrali. Essa conteneva l'edicola funeraria rinascimentale di Lucrezia Caracciolo, defunta nel 1573.