Il sito è accessibile ad ogni browser o strumento che consenta di navigare sul web. Tuttavia, per godere della migliore esperienza di navigazione, occorre scaricare un browser più aggiornato, compatibile con gli standard web.
I campi coltivati, i pascoli, il bosco ed il sottobosco Bagnolese, sono assai generosi, consentendo la produzione di una vera e propria miriade di prodotti tipici, davvero deliziosi.
Non a caso, un appuntamento rinomato ed atteso ogni autunno è la Sagra della castagna e del tartufo. La fotografia si riferisce alla Sagra del 2004 e mostra una torta a base di castagna, la più lunga del mondo, che a buon titolo è entrata a far parte del Guinnes dei primati.
La lista dei prodotti tipici è lunghissima. Innanzitutto, bisogna ricordare i piatti tipici della gastronomia locale: la pasta fatta in casa ed i piatti ormai rari da gustare, come il migliatiello, l'uscieddu, la conza, la minestra maritata, la trippa. Tantissimi i prodotti del come i funghi porcini, le fragole, i già citati tartufi, le castagne, le nocciole. Molti i prodotti legati all'allevamento del bestiame: l'ottimo latte, il celebre pecorino di Bagnoli, la ricotta di pecora, i latticini e le mozzarelle genuine, formaggi vari, i salumi.
Il bosco, oltre che fornire la legna per riscaldamento tramite i camini (ed in passato il carbone da faggio), consente la realizzazione artigianale di diversi prodotti, di cui alcuni sono mostrati dalla fotografia a lato.
Tra i vari prodotti tipici, ci soffermiamo sul Tartufo nero di Bagnoli, "Tuber Mesentericum", che sin da tempi antichi ha ispirato la realizzazione di piatti deliziosi (Apicio, Giovenale, Della Porta, Cavalcanti). I Borbone apprezzarono talmente tale tartufo irpino, che pur ricevendo presso le loro cucine tartufi provenienti da tutto l'Appennino, ordinarono tassativamente che fosse utilizzato solo quello di Bagnoli, che gli veniva procurato esclusivamente da raccoglitori di fiducia.
L'apprezzamento presso i Regnanti Napoletani, faceva riscontro, invece, ad un bassissimo livello di considerazione generale, visto che il tartufo di Bagnoli era considerato una sorta di surrogato dei tartufi più noti (es. di Alba), di cui era considerato un "parente povero".
Per fortuna, oggi le cose sono cambiate, ed il tartufo di Bagnoli è sempre più apprezzato. Va aggiunto, che tale tartufo presenta una peculiarità unica: si è adattato perfettamente in un habitat incontaminato tra alberi di querce, nocciole, betulle e castagni e grazie all'ausilio di ottimi cani da fiuto, lo si riesce a raccogliere in primavera, tra marzo ed aprile, cosa che invece non ricorre per gli altri tartufi.
La figura del raccoglitore di tartufi accompagnato dal fedele segugio è tipica di quest'area, tuttavia, non ha originato una vera e propria professione come è accaduto nel centro-nord. Di norma, è lo stesso operatore turistico (es. barista, albergatore) o contadino o allevatore, che va alla ricerca del prezioso e prelibato tartufello.