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Il Santuario o Cappella dedicato alla Madonna delle Grazie si trova fuori del centro urbano, ai piedi di un colle, nei pressi nei pressi del torrente Osento, precisamente in Contrada "Forna".
Sebbene i Lacedonesi siano molto devoti alla Madonna delle Grazie, non esistono dati certi in merito alle origini del culto ed all'edificazione dell'edificio religioso, nonostante le ricerche minuziose effettuate nel 1975 da Prof. Luigi Chicone presso l'Archivio Vescovile di Lacedonia.
Di conseguenza, solo in base alla tradizione, possiamo parlare di un culto plurisecolare, come pure, riferire dell'edificazione forse cinquecentesca del Santuario.
Il motivo dell'edificazione dell'edificio religioso, viene ricondotto alla presenza ricorrente e certa in passato dei vaccari montellesi in contrada Forna, i quali erano attratti dall'area, dove erano soliti, durante la transumanza, far pascolare gli animali, nei pressi del torrente citato.
A tal punto, le congetture prendono il posto della certezza:
Nel 1850 non appena ultimati i lavori di ricostruzione della volta, ordinati dal prete Raffaele De Mauro, l'intero edificio crollò, forse a causa dell'eccessivo peso dell'aggiunta struttura. La riedificazione della cappella, in un sito prossimo al precedente, venne finanziata con le "limosine" raccolte tra la popolazione, 120 ducati d'oro, ed i 100 ducati d'oro donati dal Re Ferdinando II, di passaggio per Lacedonia.
Nel 1857 il Cappellano Giuseppe Lavacca fece restaurare l'immagine della Madonna.
Il Lunedì in Albis, la statua della Madonna delle Grazie viene portata in processione fino alla Cattedrale di Lacedonia, dove resta per circa un mese. Successivamente, la prima domenica di maggio, la statua fa il viaggio inverso, sempre prendendo le mosse dalla Cattedrale, intorno alle sette del mattino, per raggiungere il Santuario verso le 10, dove viene ricollocata al suo posto, dopo che siano stati sparati i classici fuochi d'artificio.