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Relazione Ardoini

Un interessante documento che descrisse la condizione di Lacedonia ("Cedonia") nel 1674 è noto come "Relazione Ardoini", dal nome di colui che la scrisse, Pier Battista Ardoini, che venne nominato il 20 maggio 1673 dai feudatari Doria, Vice-governatore pro-interim del feudo di Melfi, in cui ricadeva Lacedonia.

Tale Relazione descrisse il feudo con dovizia di particolari, trattando della storia e dell'economia dei singoli paesi, senza tralasciare aspetti sociali e personali.

E' possibile leggere il testo integrale della Relazione leggendo "Descrizione dello Stato di Melfi", Casa Editrice Tre Taverne, Lavello, 1980.

Dalla Relazione si conosce che l'acquisto di Lacedonia, effettuato nel 1584 da parte dei feudatari Doria Panfili, venne giustificato più da ragioni reddituali, "per l’utile del reddito" che dalla (relativa) prossimità a Melfi.

A quel tempo, il paese sembrava piccolo, ma "dalle vestigia apparenti convien sia stata maggiore". Il borgo era cinto da mura "poco forti" e la situazione degli edifici non doveva essere delle migliori: "ha cattivissimi casamenti e mal composti e anche quello del Vescovo è poco buono".

I Lacedonesi, a quel tempo "1200 anime", sebbene "non del tutto civili, ma nè tampoco del tutto Rurali", erano "cittadini assai docili et mansueti, più amici del negotio e travaglio che dell’armi".

La Chiesa Madre era "fuori della città" ed era "poco ben tenuta", "e dentro vi è una altra Chiesa in cui più sovente assiste il Vescovo per la lontananza di quella".

Inoltre, il castello "per fuori, ma vicino alle mura" doveva essere in pessime condizioni, visto che "per accomodarlo bene da poterlo abitare vi vorrebbe buona spesa".

Stranamente, nonostante la sicura salubrità dell'aria, l'Ardoini scrisse che "L’aria non è stimata mala, ma neanche del tutto perfetta" e che l’acqua poneva dei problemi in quanto "sommamente penuria". Nonostante il territorio montuoso "et assai boscatico", vi era abbondanza di grano, si produceva vino e frutta. Anche l'allevamento era proficuo visti i "pascoli bellissimi per animali", anche se "quasi tutti detti bestiami sono di Preti e Cappelle".

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