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Incerte sono le notizie relative all'origine della chiesa Parrocchiale, che sin dalla prima edificazione venne dedicata a S. Bartolomeo Apostolo. Nei vecchi testi si legge che l'edificio religioso era ubicato fuori del nucleo abitato "sopra un monticello", dal che si deduce che la popolazione vivesse aggregata presso l'attuale Contrada Lago, mentre la chiesa di S. Bartolomeo fosse isolata, al massimo attorniata da qualche palazzo nobiliare e dalla residenze di pochi altri "privilegiati".
Dubbia è la data di prima edificazione, che non dovrebbe essere anteriore al XIV secolo (data segnalata dal cartello turistico antistante alla chiesa), nè posteriore al XVI secolo, visto che la chiesa certamente esisteva nel 1581, data che si legge su due campane.
L'edificio venne consacrato dal Cardinale Vincenzo Maria Orsini, Arcivescovo di Benevento, il 12 ottobre 1694.
La chiesa, che fu sede del Vicariato Foraneo, venne ripetutamente danneggiata dai terremoti e successivamente restaurata o ricostruita, tutta o in parte.
L'altare maggiore, che conserva un reliquiario di S. Bartolomeo Apostolo, venne dichiarato "privilegiato quotidiano" dal Papa Gregorio XVI il 26 febbraio 1834.
Stando ad un documento, risalente al 1722, contenente l'inventario dei beni contenuti negli edifici religiosi di Petruro, la chiesa disponeva di altri due altari compresi in specifiche Cappelle (del Santissimo Rosario e S. Francesco Saverio).
Nel 1861, la disastrata situazione della chiesa spinse il Comune ad incaricare l'architetto di predisporre un progetto di recupero; purtroppo, i susseguenti interventi, anzichè migliorare, peggiorarono le condizioni dell'edificio, anche per il sopraggiungere del terremoto del 1864, tanto che i fedeli, spinti dall'Arciprete Lucido Colantuoni, finanziarono la ricostruzione, a cui seguì un restauro 1887. Nonostante ciò, nel 1891, la neve provocò il cedimento del soffitto, con conseguente nuovo restauro.
Il bellissimo dipinto che oggi copre la volta della chiesa, relativo al Martirio di S. Bartolomeo Apostolo, venne realizzato dopo il terremoto del 1920, dal pittore Vincenzo Sorrentino su commessa dell'Arciprete Capozzi. Vennero anche ripristinati i due altari smantellati nel 1866.
Fino agli anni '50, la facciata della chiesa presentava due dipinti del Santo Patrono S. Bartolomeo Apostolo e di Maria Vergine di Costantinopoli.
Verso l'inizio della seconda guerra mondiale il parroco Giovanni Cecanese, ordinò la ricostruzione della canonica, secondo i dati risultanti dagli inventari del XVIII secolo. Successivamente, un altro parroco, Paolo Capozzi fece realizzare un nuovo restauro, seguito dall'inaugurazione del 22 maggio 1977. Il terremoto del 23 novembre 1980 impose nuovi lavori di restauro.
Alla chiesa Parrocchiale è annesso un assai fornito archivio storico, la cui disamina consente di ricostruire la storia del paese.