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L'immagine mostra l'ingresso di Dentecane dal lato "inferiore", cioè venendo da Venticano ed andando in direzione di Avellino.
Dentecane è una frazione di Pietradefusi, famosa per la produzione artigianale di torrone.
Proseguendo, infatti, lungo la strada mostrata dalla fotografia, su entrambi i lati, ci si imbatte in diversi laboratori di produzione a conduzione familiare, alcuni dei quali non solo vendono in loco e nel circondario i torroni elaborati, ma anche li esportano.
In passato, però, Dentecane, che sostanzialmente non esisteva fino agli inizi del XVIII secolo, esistendo a tale data solo sparute case da considerarsi periferia di Pietradefusi, era "tristemente" famosa per motivi fiscali. Infatti, il suo Passo feudale rappresentava lo "ius" più redditizio dei Baroni di Montefusco, visto che i mercanti dovevano pagare dazi per il pedaggio molto elevati per passare tale punto. Il montefuschese Eliseo Danza (1584-1660) scrisse che gli esattori erano non solo eccessivamente rigidi ed intransigenti nell'applicare le tariffe, ma anche sostanzialmente malvagi, tanto che nel suo "De privilegis Baronum", alla pagina 181, si legge che si udivano fino a Montefusco "vociferationes et lamentationes viatorum et tumultuarias differentias inter eos et escatores", cioè, grida e lamentele dei viandanti e le accese dispute con gli esattori, che non di rado originavano delle vere e proprie liti. Tanto erano rigidi gli esattori che addirittura una volta intesero applicare il dazio anche ad un cadavere di un nobile che i familiari conducevano al paese d'origine. Il Danza intervenne, inducendo alla ragione gli esattori, ricordando che la dottrina riteneva che "pro corpore mortuo nihil debetur", nulla era dovuto per i morti. Tale eccessi nell'applicazione delle tariffe da parte degli esattori spiegano anche una delle spiegazioni date all'origine del nome "Dentecane": gli esattori finiti per essere visti come dei mastini pronti ad azzannare i malcapitati viandanti, una vera e propria spoliazione o depredazione che dir si voglia!