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Le immagini che vi mostriamo si riferiscono ai ruderi della chiesa di S. Giuseppe, il più antico degli edifici religiosi di Pietradefusi e quello che più ci ha colpito per alcuni interessanti particolari. Già in precarie condizioni prima dell'ultimo terremoto che colpì l'Irpinia, subì da questo il colpo di grazia.
La prima immagine ci dà una veduta d'assieme di quel che resta della struttura, mentre la seconda immagine si riferisce al portale in pietra, di cui vi invitiamo ad osservare i due particolari successivi.
Tali particolari sono mostrati nelle due immagini successive che mostrano tali elementi, rispettivamente, sugli angoli sinistro e destro del portale d'ingresso in pietra della chiesa di S.Giuseppe. Si tratta di due teschietti sovrapposti a due lunghe ossa, presumibilmente tibie o peroni. L'effetto ottico è particolare, di gran lunga superiore a quello fornito dalle due fotografie.
Per comprendere il testo dell'iscrizione riportato sulla lapide raffigurata nella terza immagine, che insiste sulla porta d'ingresso del "Cemitero", occorre ricordare il fenomeno del brigantaggio che infestò l'Irpinia. I ricercati solevano cercare rifugio presso siti "sicuri", e tali potevano essere senz'altro gli edifici religiosi, i quali, onde evitare tale evenienza, esponevano iscrizioni del tipo seguente:
" IN QVESTA
CHIESA E CEMITERO
NON SI GODE ASILO
PER ORDNE RLE DE 8 APLE 1773".
L'ultima immagine è davvero particolare. Si riferisce ad una botolina per l'inserzione delle elemosine. Infatti, sopra al teschio che sovrasta due ossa incrociate, si legge (a stento) la dicitura "LIMOSINA".
In definitiva, il più antico edificio religioso di Pietradefusi, la chiesa di S. Giuseppe, nonostante i danni inferti dai terremoti che si sono succeduti nel tempo e quelli derivanti dalla colpevole trascuratezza dell'uomo, e ci riferiamo sia alle autorità civili che religiose, ancora riesce ad attrarre lo sguardo di chi è disposto a cogliere particolari architettonici e religiosi.