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La Chiesa dedicata al Santo Patrono Andrea Apostolo venne edificata nel XVI secolo e sottoposta a restauro nel XVIII secolo, che le conferì l'attuale stile barocco.
All'interno, si conservano diverse opere d'arte, tra cui un quadro del XVIII secolo raffigurante la Vergine Maria e statue di santi.
Sabato 26 novembre 2011, siamo tornati a Sirignano per prendere parte alla III edizione della manifestazione "Natale piccirill'" organizzata dalla Pro Loco Sant'Andrea. La serata, molto fredda, ci ha stimolato a degustare alcuni dei piatti tipici preparati per l'occasione: linguine con noci ed alici, pizza di raurinio con friarielli ed, infine, alici e baccalà fritto, il tutto abbondandemente annaffiato da buon vino rosso. Per concludere, abbiamo assaporato anche una porzione di sdrufoli. In alternativa, avremmo potuto mangiare zuppa di fagioli con tocchetti, caldarroste, altri dolci e bere vino cotto. La fredda serata è stata allietata da balli e canti tradizionali, ad esempio, tammurriate, a lato di un grande fuoco.
Le origini di tale tradizione sono spiegate da un piccolo volantino distribuito dalla sovracitata Pro Loco Sant'Andrea, che di seguito riportiamo: "La Tradizione prende origine all'inizio del secolo scorso, quando un sacerdote, Francesco Fiordellisi, di origini sirignanesi, che aiutava l'allora parroco don Liberato Galluccio a preparare la festa del patrono Sant'Andrea, donò dei pacchetti di alici fresche alle famiglie più bisognose del paese per permettergli di festeggiare la ricorrenza. Il gesto apparve come un dono di Natale arrivato in anticipo e da allora si festeggia iin quel giorno <<Natale piccirill'>>. Quel giorno, 30 novembre, per i sirignanesi è come se fosse proprio il Natale del 25 dicembre e, come tradizione vuole, viene preceduta dalla vigilia, trascorsa allo stesso modo di quella del 24 dicembre. Anticamente i contadini tornati dai campi preparavano la cena fatta di prodotti poveri dell'orto ma arricchita dalle alici e consumati con l'entusiasmo del Natale. Dopo la cena, il Rito del Fuoco, da sempre simbolo forte venerato nelle civiltà contadine, il falò di Sant'Andrea che veniva e viene tutt'oggi acceso nella storica piazza Principessa Rosa, davanti al Castello, dove intorno al fuoco si mangiavano le patate cotte sotto la cenere, caldarroste, vino e intanto ci si divertiva con canti e balli popolari".
In prossimità della Chiesa di Sant'Andrea Apostolo si trova il Palazzo Caravita.