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La parte antica di Teora, pur presentando la tipica conformazione medioevale, con stradine, vicoletti, piazzette, palazzine, portali in pietra, scalinate più o meno ripide, aveva già perduto, prima del terremoto del 1980, molto delle linee caratteristiche originarie, a seguito di vari interventi effettuati nel corso del tempo.
Come tanti altri paesi dell'Irpinia, l'elemento costruttivo caratteristico era stato l'impiego della pietra locale, sapientemente lavorata da abili scalpellini locali, accoppiato dalla lavorazione artigianale del ferro.
Il terremoto del 23 novembre 1980 rase al suolo quasi tutto ciò che rimaneva dei vecchi edifici signorili, come il Palazzo Rubini, di cui alla data indicata restava solo il cancello in ferro battuto ed il cortile lastricato in pietra dura, la Casa Corona, di cui, per fortuna, qualcosa è giunto fino a noi (es. parte del portale in pietra), la Casa Renna-Mazzeo, riccamente arredata ed affrescata, la Casa Stefanelli, demolita a seguito del sisma in quanto non più recuperabile, la Casa Fiore, di cui si segnalava lo splendido portale, noto come "Portale Frieri", di cui oggi resta solo qualche pietra.
Il quadro era completato dalle storiche Ville Sibilia e Vitale, di cui resta soltanto il grande Parco, il Palazzo Cassitto, o meglio lo pseudo Palazzo, visto che prima del sisma il nome citato designava solo uno spazio aperto, la Casa D'amato, in cui sembra avesse dimorato S. Alfonso dei Liguori.