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Teora

Immagine di Teora

Immagine di Teora

Ai piedi del Monte Cresta del Gallo (887 metri s.l.m.), in posizione di dominio della Valle del fiume Ofanto, si trovava Teora vecchia (distrutta ed abbandonata a seguito del terremoto del 1980), che sovrasta il nuovo abitato di Teora nuova, che si sviluppa più in basso. Paese di antiche tradizioni agricole (cereali, vino, olio e frutta), pastorali (molti boschi con pascoli, tanto bestiame, con produzione di latte e derivati destinati all'autoconsumo o a limitato commercio) ed artigianali (lavorazione del ferro battuto, del legno, dell'uncinetto), la cui valorizzazione, può rappresentare il "salvagente" per questo Comune irpino gravemente colpito dal terremoto del 1980. Potenzialità turistiche non indifferenti, infatti, sono fornite anche dall'aria saluberrima, dalle verdissime campagne e dai folti boschetti, dall'abbondanza d'acqua, dalla tranquillità e dal silenzio che avvolge i luoghi. Come tanti altri Comuni dell'Irpinia, Teora ha patito duramente il fenomeno dell'emigrazione, in alcuni periodi una vera e propria emorragia, soprattutto negli anni '60 e '70.

Dati essenziali: con una superficie di 23,08 kmq, a 660 metri s.l.m. ed a 57 chilometri da Avellino, Teora ospita poco meno di 1600 Teoresi, con una tendenza demografica drammaticamente negativa che ha ridotto i residenti del 30% nell'ultimo decennio, complice non solo l'emigrazione, ma anche le conseguenze demografiche post-terremoto 1980, che causò ben 157 vittime. Il confronto col dato statistico di fine XIX secolo è desolante (4688 abitanti) ed ancor di più con quello degli anni '30, quando si raggiunsero i 6000 abitanti. Il Santo Patrono è S. Nicola di di Mira, festeggiato all'inizio di settembre. Altri eventi sono la Festa di S. Vito (giugno), la Festa di S. Emidio (luglio), la Festa di S. Nicola (settembre), la Festa di S. Rocco (ottobre). Il mercato si tiene il sabato. Teora paga anche per il suo isolamento. Per raggiungerla, occorre seguire la Strada Statale 7 Ofantina, superare Lioni e deviare per Teora prima di raggiungere Sant'Andrea di Conza. La strada ferrata Avellino-Rocchetta S. Antonio, che presenta la stazione di Morra-Teora, è un ramo secco delle Ferrovie dello Stato, oggi Trenitalia S.p.A. Infine, ci si può servire della corriera pubblica Salerno-Eboli-Materdomini.

Il territorio comunale di Teora è frazionato in tante località e borghetti rurali, ed è occupato da boschi e da montagne, di cui in aggiunta al già citato Monte Cresta del Gallo, ricordiamo La Civita (724 metri s.l.m.) ed il Monte La Serra (770 metri s.l.m.). Oltre all'Ofanto, Teora beneficia delle acque del torrente Fiumicello. Interessanti passeggiate ossigenanti possono essere effettuate nella verdi campagne teoresi, a diretto contatto con la natura ancora incontaminata.

La nostra visita guidata, partendo dalla storia di Teora, tratta del Castello e della Chiesa Madre di S. Nicola di Mira, attorno a cui si aggregò il Borgo medioevale. Tante erano gli edifici religiosi, di cui mostriamo i ruderi della Chiesa di S. Maria Grazie, nota anche come Congrega del Pio Monte dei Morti, la Chiesa di S. Vito, eretto sul sito originariamente occupato dallo Spitale della Nunziata, il Convento di S. Francesco, di cui oggi si fa fatica a rintracciare i ruderi, la Chiesa nuova S. Nicola di Mira, e le Chiese non più esistenti. All'ingresso di Teora si viene accolti dalla Sacra Croce, non lontano dalla quale si trova la Fontana del Piano. La visita guidata comprende anche le altre fontane, gli edifici signorili ed una galleria di immagini.