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Nel 990, un drammatico terremoto colpì assai duramente l'Irpinia, i cui paesi patirono distruzioni e morti "a iosa". Anche Teora risultò distrutta e spopolata. Pertanto, nel 1120, Itta, Contessa di Conza (feudataria di Teora), per risollevare le sorti del paese, essendo la nipote del Papa Callisto II, si rivolse al Pontefice, ottenendo che la Cattedrale di Conza venisse elevata a "necropoli benedetta". Grazie a generose offerte, i peccatori avrebbero potuto godere dell'indulgenza tramite la sepoltura presso l'edificio religioso, tanto che ancora oggi affiorano delle ossa nel terreno antistante l'edificio religioso citato. La possibilità di godere dell'indulgenza, secondo la procedura indicata, indusse la sepoltura in loco di persone provenienti anche dal di fuori dell'Irpinia. Per ritemprarsi brevemente dopo un lungo viaggio, i conducenti dei carri funebri, prima di entrare in Conza, erano soliti fermarsi presso una fontana alimentata da acqua sorgiva, ubicata a nord di Teora, eretta presumibilmente all'inizio del XII secolo, che divenne nota come "Fontana dei Morti", per le ragioni addotte. Oggi, la fontana, totalmente ricostruita, è assai elementare, con una struttura rettangolare integrata da una vasca in pietra.
Oltre alla Fontana del Piano ed alla Fontana dei Morti, abbiamo avuto notizia di una piccola "Fontana dei Fantini", ancora in essere fino agli anni '50, ma oggi non più rintracciabile. Nulla si sa nè della data di costruzione della fontana, nè della ragione per cui le fu attribuito il suo nome. L'unico elemento certo è che era già esistente alla data del 1703, essendo stata riportata in una stampa del Pacichelli dell'anno citato.