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L'area su cui insistono i bellissimi ruderi della Cattedrale di Conza, o Basilica di S. Maria Assunta in Cielo, è una straordinaria stratificazione di reperti e ruderi, romani e medioevali. Colla decadenza e l'abbandono del Foro romano, si rese disponibile l'area attigua al Tempio, che si trovava a margine del Foro.
Cerchiamo di ricostruire le tappe fondamentali relative alla vita della Cattedrale partendo dalla grande iscrizione in latino riportata sul portale d'ingresso in pietra della Cattedrale, che si vede nelle due immagini sovrariportate:
"D. 0. M.
VETUSTISSIMAM HANC ET INSIGNEM BASILICAM
HIRPINORUM METROPOLIM
DEIPARAE IN COELUM ASSUMPTAE DICATAM
TOT TERRAE CONCUSSIONIBUS PLURIES EVERSAM
POSTREMO DE ANNO MDCCXXXII
HOMINIBUS FERE QUINQUAGINTA MISERE OPPRESSIS
FUNDITUS CONVULSAM AC SOLO AEQUATAM
JOSEPH NICOLAI ARCHIEPISCOPUS COMPSANUS
NE SPONSAE SOLATIO DESTITUERETUR
MAGNO SUMPTU, MAIORI CURA
FIRMIUS ET ELEGANTIUS
E FUNDAMENTIS RESTITUENDAM CURAVIT
A. D. MDCCXXXVl".
La traduzione in Italiano è la seguente:
"Quest'antichissima ed insigne basilica
Metropoli degli Irpini / Dedicata alla
Madre di Dio Assunta in cielo / Più
volte sconvolta da tanti terremoti /
E in ultimo nell'anno 1732 / Essendo
miseramente morte una cinquantina di
persone/ Rovesciata dalle
fondamenta e rasa al suolo /
L'Arcivescovo di Conza Giuseppe
Nicolai / Per non venir meno al
voto / Con grande spesa e ancor
più grande cura / Più saldamente
ed elegantemente / Curò che fosse
ricostruita dalle fondamenta /
Nell'anno del Signore 1736".
E' molto probabile che, sin dalle origini, la Cattedrale fosse stata edificata in prossimità del Foro romano , nella sua parte occidentale, esattamente laddove scavi archeologici palesarono elementi ascrivibili al Basso Medioevo. Per quanto non si abbiano notizie certe anteriori al 743, relative al Vescovo Pelagio, titolare della Cattedra episcopale di Conza, è possibile che l'edificazione della Cattedrale, sicuramente conseguente all'istituzione della Cattedra episcopale, sia anteriore al 743, risalendo all'epoca romana.
Esistente o non esistente sin dall'epoca romana, è certo che il tremendo terremoto del 990 rase al suolo Conza.
Nonostante che non più tardi del 1081 il Vescovo di Conza fosse stato elevato ad Arcivescovo, con una vasta giurisdizione comprendente ben 24 paesi (10 in provincia di Avellino, 2 in quella di Potenza e 12 in quella di Salerno), e con 5 diocesi suffraganee, nel 1120, non si era ancora proceduto all'edificazione (o riedificazione) della Cattedrale.
Pertanto, la feudataria, la Contessa di Conza, Itta o meglio Hitta (secondo l'Ammirato) o Stimma Balvano (secondo l'Ughelli), ma più precisamente Stimma Balbani (come risulta in una Bolla papale), nipote del Papa Callisto II, si rivolse al suo potente parente, con il sostegno del Arcivescovo Roberto, cercando di persuaderlo a recarsi a Conza per benedire la nuova Chiesa Metropolitana. Essendo Callisto II assai affaccendato per ragioni di Stato ("negotiis imminentibus"), visto che era l'epoca della lotta per le investiture con Enrico V, chiusa col Concordato di Worms del 1122, il Pontefice si limitò ad emanare una Bolla papale, datata 30 marzo 1120, che avrebbe consentito la raccolta dei capitali necessari alla (ri)costruzione: in cambio di offerte, veniva concesso il proscioglimento da ogni peccato ai confessati che, una volta deceduti, vi fossero stati sepolti. La "mossa" fu tanto "azzeccata", che, come ricordò il Castellano nella Cronica Conzana, in loco giunsero carri funebri anche da fuori Irpinia, come dal Cilento, ed i corpi vennero sepolti nel piazzale situato accanto alla Cattedrale, che perciò si disse "Cimitero". I fondi raccolti consentirono la (ri)costruzione in tempi relativamente brevi.
Secondo alcuni autori, tale evento sarebbe accaduto nel XII secolo, sin dal 1122. Tuttavia, i lavori di scavo effettuati ed in via di prosecuzione, hanno individuato i ruderi dell'originaria chiesa, la cui edificazione viene post-datata, precisamente tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. Dell'originaria struttura è ancora visibile una parte della scalea d'ingresso in calcare bianco sul podio del Tempio a margine del Foro romano. Tale edificio religioso svolse le funzioni di Chiesa metropolitana, prima che venisse edificata la Cattedrale.
E sul lato occidentale (dove venne ricavato l'ingresso durante la ristrutturazione barocca ed utilizzato fino all'abbandono), si rinvenne la zona tardo-medioevale destinata a necropoli, delimitata da muri a doppia cortina.
Ancora oggi è possibile vedere i resti delle ossa dei fedeli qui seppelliti a seguito della Bolla di Papa Callisto II, che copiosi affiorano alla superficie. L'immagine proposta dà chiara ragione di quanto abbiamo scritto.
Durante l'Alto Medioevo, venne eretta una nuova chiesa, ad un livello superiore rispetto a quella originaria. Rimuovendo il pavimento della Cattedrale edificata dopo il terremoto del 1732, venne alla luce un altro pavimento, questa volta relativo al periodo tardo-rinascimentale e, nella navata settentrionale, si rinvennero alcune tracce di una struttura Medioevale, supposte appartenenti ad una schola cantorum, presumibilmente di epoca angioina.
Molto interessante è il gatto (o comunque un felino) d'epoca medioevale che venne rinvenuto sotto il pavimento della Cattedrale ed ivi posto a protezione della stessa.
L'epigrafe sul portale dice che la Cattedrale fu "Più volte sconvolta da tanti terremoti". Ed infatti, il crollo, la conseguente ricostruzione ed abbellimento della Cattedrale furono una costante nei secoli successivi.
Non si conosce la data di erezione della torre campanaria, che comunque risultava esistente verso la fine del XVII secolo.
Sempre l'epigrafe di partenza informa che il terremoto del 29 novembre 1732, che uccise cinquanta Conzani, rase al suolo la Cattedrale, che venne ricostruita dalle fondamenta, a partire dal 1736 per volere dell'Arcivescovo di Conza Giuseppe Nicolai, "Più saldamente ed elegantemente".
Un'altra iscrizione, si trovava sul pilastro nell'arco vicino all'altare maggiore ed indicava la data della consacrazione della sola Cattedrale da parte di "JOSEPH NICOLAI ARCHIEPISCOPUS COMPSANUS": "CONSECRANDUM CURAVIT DIE XVI MENSIS MAII A. D. MDCCLI", cioè il 16 maggio 1751, originando la struttura di cui oggi, purtroppo, possiamo ammirare solo i cui resti (rimasti in piedi dopo l'ultimo terremoto del 1980). La Sacrestia venne terminata nel 1759 e la torre campanaria solo nel 1777. Nel 1818 e nel 1850, la Cattedrale venne abbellita col pulpito, un nuovo organo, altari e pavimentazione in marmo, l'abbellimento della volta della navata centrale. Era presente una Cripta e, soprattutto, un sarcofago in pietra contenente i resti mortali del Patrono, S. Erberto, ora custoditi presso la Nuova Cattedrale.
Nel 1921, l'Arcidiocesi venne unita alla diocesi di S. Angelo dei Lombardi, il cui titolare, a partire dal 1986, acquisì il titolo di Arcivescovo, mantenendo, però, anche quello di Vescovo di Conza.
Il terremoto del 23 novembre 1980 infierì sulla già malandata Cattedrale, che collassò.