Conza della Campania
Su di un colle, Conza vecchia, abbandonata dopo il terremoto del 23 novembre del 1980, e Conza nuova, costruita a valle in località Piano delle Briglie nei pressi dell'Ofanto, non esauriscono "l'anima di Conza", che in realtà è trina, avendo come antecedente storico Compsa, pre-hirpina, hirpina e poi romana, la cui antica bellezza e potenza viene sempre di più disvelata dal Parco archeologico "Antica Compsa". Basti pensare che una quantità enorme di frammenti epigrafici disseminata in tale Parco, utilizzati in passato anche come materiale da costruzione, murati disordinatamente in edifici pubblici e privati e in chiese, dimostrano la grandezza, la ricchezza e l'importanza rivestita in passato da Compsa, che stando ad alcuni antichi autori, avrebbe raggiunto nel periodo di massimo splendore addirittura la popolazione di 17000 fuochi, cifra che riteniamo esagerata se si pensa che ogni fuoco (famiglia), in media comprendeva 5 persone: gli abitanti allora sarebbero stati 85000!. Elemento fisico di separazione tra il nuovo ed il vecchio è rappresentato dal laghetto artificiale che occupa la valle, che è diventato un ambiente florofaunistico interessantissimo, tanto da essere utilizzato quale area di sosta da uccelli migratori. Ciò spiega perchè sia un'Oasi tutelata dal WWF. I Conzani sono molto legati alla loro terra, alle loro tradizioni agricole (cereali, viti, ulivi, alberi da frutta), pastorali (foraggio e vasti pascoli), popolari e religiose, che strenuamente cercano di preservare e tramandare. Il vero nome del paese è Conza degli Irpini, come si ricava da una cartolina postale del 1907, mentre l'attuale nome sottrae l'esatto "degli Irpini" per introdurre l'improprio, anzi errato "della Campania", visto che Conza nella sua storia non è mai stata abitata, nè toccata da quelle che i Romani avrebbero definito popolazioni campane.
Dati essenziali: a 594 metri s.l.m. (Conza vecchia) ed a 64 chilometri da Avellino, Conza della Campania ospita poco più di 1400 Conzani, con una tendenza demografica lievemente negativa. La popolazione risulta lievemente superiore al dato statistico di fine XIX secolo (1318 abitanti). Il Santo Patrono è S. Erberto, festeggiato il 20 agosto. Altri eventi da ricordare sono la Processione del Venerdì Santo, la Fiera della Madonna del Carmine (15 aprile, 14 giugno e 20 settembre), la Fiera del 1 maggio, la Fiera di S. Vito (26 luglio). Il mercato si tiene il sabato. Conza della Campania si raggiunge da Avellino percorrendo la Strada Statale 400 Ofantina bis. L'alternativa sarebbe rappresentata dalla linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant'Antonio (scendendo alla nuova stazione di Conza-Andretta-Cairano), ricordandosi però che tale tratta è un ramo secco delle Ferrovie dello Stato, ora Trenitalia S.p.A..
Avvicinandosi a Conza, non si può fare a meno di rimanere negativamente colpiti dal tremendo impatto ambientale rappresentato dalla notevole colata di cemento ed asfalto che, dopo il terremoto del 23 novembre del 1980, coprì parte della località Piano delle Briglie per far posto a Conza nuova. Altro elemento caratterizzante l'ambiente circostante, è la Diga ed il lago artificiale, noto come "Invaso di Conza". Per fortuna, lo scenario è migliorato dalla presenza di estesi campi di grano, e persino la strada interlacuale, finisce per essere strumento "ambientale e paesaggistico", da cui ammirare scenari particolari. A ciò si aggiungano i boschi di roverella, quercia ed orniello, che fanno da bella corona al nuovo insediamento.
La nostra visita guidata, partendo dalla storia di Conza, approfondisce anche gli aspetti documentali, risalendo ai testi della Bolla di Callisto II, risalente al 1120, al Rescritto di Innocenzo III, del 1200 ed all'Atto di Gregorio XIII, datato 1759. Di estrema importanza, oltre che bellezza ed interesse è il Parco archeologico, in cui si possono ammirare il Foro romano, l'Anfiteatro, le Terme, la Cattedrale, la Colonna-Stemma (all'entrata del Parco e di Conza vecchia), il Castello, o meglio il sito su cui la struttura medioevale venne eretta, la Fontana-Sarcofago, nota come Fontanella, sita sempre ai piedi del Parco. Bello è il contrasto tra le immagini di Conza vecchia e Conza nuova, come pure il Bacino artificiale che separa i due agglomerati urbani, noto come Invaso di Conza. Infine, una pagina viene dedicata al poeta conzano Francesco Antonio Cappone, membro della scomparsa Accademia degli Oziosi. Completa il quadro, una galleria di immagini del nuovo insediamento sorto dopo il terremoto del 23 novembre 1980.