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Parco archeologico

La Casa della Cultura, all'interno del Parco archeologico Le intuizioni di Italo Sgobbo sulle potenzialità archeologiche del sito compsano vennero disvelate dalle campagne di scavo realizzate successivamente al terremoto del 1980, che tuttavia, danno solo una pallida idea del prestigioso ruolo svolto da Compsa in epoca romana e durante il Medioevo, senza contare quello svolto al tempo degli Hirpini ed ancora prima al tempo della civiltà di Oliveto-Cairano.

L'accesso al Parco archeologico (Via S. Michele tel 0827-39140) avviene fiancheggiando la Colonna-Stemma sormontata dalla croce posta nel Largo che porta il suo nome, previa corresponsione di una somma (adulti 3 euro, studenti 2 euro), dietro cui le gentili ragazze della locale Associazione "Anima Compsae" ci hanno consegnato due libretti informativi, uno su Conza ed un altro specificamente dedicato al Parco Archeologico (l'ingresso al Parco è consentito solo accompagnati dagli operatori dell'Associazione, previa prenotazione ai numeri 340-6275602 oppure 333-3699048).

Prima di addentrarsi nelle rovine di Compsa, guardando la Colonna-Stemma e voltandosi sulla sinistra, si nota un edificio detto delle Terme, di cui fanno parte elementi di epoca romana. Accostata alla facciata, si trova "La Fontanella", con alla base un sarcofago del IV secolo con i tipici mascheroni.

Salendo lungo Via Porta Nuova e le altre ripide stradine, si fiancheggiano i ruderi delle case crollate col terremoto. Osservando tali costruzioni, due osservazioni vengono alla mente: la prima, l'elemento caratteristico delle vecchie palazzine è la presenza di grotte e cavità naturali, che insistevano dietro o sotto le costruzioni; la seconda, riguarda la ragione del crollo delle costruzioni, che non potevano reggere il tremendo urto del terremoto, visto che si utilizzavano pietre levigate ed arrotondate, tenute assieme in maniera precaria.

Proseguendo il cammino verso l'alto, si raggiunge una spianata occupata dal Foro romano, la cui esistenza era già stata ipotizzata da Italo Sgobbo durante una visita verso la fine degli anni '20. Nei pressi del Foro si trova una cisterna di epoca romana. Proseguendo il cammino verso la vetta del colle si raggiungono i resti dell'Anfiteatro, la cui esistenza prima degli scavi era certa ma sconosciuta, in quanto anomala era l'ubicazione, nei pressi del centro e non al di fuori di questo.

L'edificio rosa che appare all'inizio, è quella che dovrebbe divenire la Casa della Cultura e che dovrebbe consentire di sfruttare adeguatamente l'enorme patrimonio storico-culturale che si distende ai suoi piedi.

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