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Vallesaccarda vanta origini antiche, anche se non perfettamente individuate. Il primo abbozzo di aggregato urbano agricolo sarebbe di epoca paleocristiana.
Al tempo dei Romani, non solo è certa l'assidua frequentazione dell'area, ma anche la presenza di insediamenti stabili, come confermano i reperti archeologici rinvenuti nelle località Mattine e Taverna delle Noci, in prossimità del borgo abitato.
Una conferma scritturale dell'esistenza di edifici deriva dalle "Satire" del poeta latino Quinto Orazio Flacco (libro primo, 5, 79), il quale nella primavera dell'anno 37 A.C. raccontò della sua sosta, onde recuperare le forze perdute per il lungo viaggio, in una locanda, individuata quale "Taverna delle noci", presso Trivici, oggi nel territorio di Vallesaccarda (ma al tempo "Tenimento" del vasto agro di Trevico), mentre era in viaggio verso Brindisi per una missione diplomatica in compagnia di Mecenate e Virgilio.
Lo scrittore latino ebbe a lamentarsi per due ragioni: per aver sofferto molto il fumo provocato da legna verde utilizzata per riscaldare i freddi locali, e per aver atteso invano "sino a mezzanotte una bugiarda ragazza", che rivide solo in sogno nel mezzo dei suoi "pensieri amorosi".
Il giorno successivo, partì alla volta di Ascoli Satriano ( Puglia). Secondo la tradizione popolare, in zona vi era una cappella dedicata all'Immacolata Concezione.
Le vicende medioevali, storiche, culturali ed amministrative, di Vallesaccarda furono quelle della Baronia di Vico, alle cui famiglie feudatarie appartenne.
Intorno al XVI secolo, il borgo era chiamato Vade Saccarda, da Vadum", un passaggio pericoloso appartenente alla famiglia Saccardo de Vico, ivi residente. Verso il XIX secolo, divenne Valle Saccarda.
Vallesaccarda frazione di Trevico, ottenne l'autonomia politica ed amministrativa solo nel 1958.
Vallesaccarda conserva un esiguo numero di testimonianze religiose ed architettoniche del suo passato, a causa dei disastrosi terremoti che hanno colpito il borgo nel corso dei secoli.