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In un'area ricca di esalazioni sulfuree, precisamente in una delle trentasei contrade da cui è composta Villamaina, denominata "Bagni", si trovano le terme di S. Teodoro.
Le virtù curative delle acque erano già note in passato, ma in precedenza venivano usate domesticamente, finchè agli inizi del XVIII secolo (1720), il Duca Caracciolo di San Teodoro fece costruire il primo vero Stabilimento al posto dei primitivi manufatti per bagni esistenti.
Successivamente, la struttura è stata ripetutamente ampliata e ristrutturata. La famiglia Sanfelice di Bagnoli, cui fa tuttora riferimento la Società "Antiche Terme di S. Teodoro", ne ha effettuato la sua pressoché totale ricostruzione a seguito dei danni subiti per il terremoto che colpì l'Irpinia nel 1980.
Nella classificazione italiana delle acque minerali le acque delle Terme di S. Teodoro appartengono a quelle definite solfato-bicarbonato-alcalino-terrose, solfuree ricche di anidride carbonica. La loro temperatura alla sorgente è di 28 gradi centigradi (captate a 50 metri di profondità).
L'azione curativa delle acque delle terme di S. Teodoro si esplica sia a livello locale, in relazione all'apparato che assorbe lo zolfo, che a livello generale dell'organismo.
A livello locale, ad esempio, si praticano la balneoterapia (pelle), le cure inalatorie (apparato respiratorio), idropinoterapia (apparato digerente e genito-urinario).
A livello generale, l'azione è in rapporto alla quantità di zolfo assorbito complessivamente attraverso le varie: azione tonico-sedativa sul sistema neurovegetativo, azione nelle malattie croniche articolari, azione disintossicante, azione sul sistema endocrino, azione antiallergica, azione sul metabolismo.
All'abbondanza di acque minerali, captate dalle terme di S. Teodoro ed utilizzate a fini curativi, si aggiunge la ricchezza di acque "normali" nella zona.
L'immagine ritrae un ruscelletto, che si intravede tra la fitta vegetazione. Esso fiancheggia la struttura che accoglie le terme di S. Teodoro.