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La Torre dell'Orologio, simbolo di Avellino, è un bel monumento in stile barocco che sovrasta la Piazza Amendola, dove si trova il Palazzo della Dogana, anche se la sua base è collocata dietro le palazzine che sporgono su tale Piazza, esattamente alla Salita dell'Orologio, nei pressi dell'ingresso delle Grotte longobarde.
La torre è alta circa quaranta metri e presenta un basamento a bugne riquadre. In origine presentava due piani, con quello più elevato aperto. Successivamente, venne aggiunto un terzo livello dotato di un orologio a campane e della "diana" che suonava a martello in caso di pericolo.
Disputata è l'origine della struttura. Stando alla Tradizione la Torre sarebbe stata edificata su di una preesistente rocca delle antiche mura di Avellino (precisamente su di una precedente torre di avvistamento a sua volta edificata su un precedente campanile). Invece, recentemente, si è ritenuto che la sua realizzazione avvenne nel XVII secolo, su progetto di Cosimo Fanzago, che si avvalse della collaborazione di Giovan Battista Nauclerio (presente in città all'epoca dell'edificazione).
Data la sua altezza e la sua collocazione, la Torre dell'Orologio sovrastava gli edifici circostanti e la sua sommità è visibile da lontano, persino dalla fine del Corso Vittorio Emanuele II.
Come tutti i monumenti secolari, la Torre dell'Orologio ha vissuto le conseguenze dei vari terremoti successivi alla sua costruzione, nel XVII e XVIII secolo. Perciò, venne restaurata nel 1782, impiegando danaro pubblico, secondo quanto recita una lapide, dove si leggono i nomi del Sindaco, Pietro Rossi, e dell'Architetto, Luigi Maria de Conciliis Conciliis.
La sommità della Torre crollò a seguito del terremoto del 23 novembre 1980, il che rese necessario un restauro ricostruttivo.