Avellino
Sull'antica Strada denominata "delle Puglie", adagiata in una conca verdeggiante, che dalla città prende il nome, attraversata da due affluenti del Sabato, i Torrenti Fenestrelle e Rigatore, Avellino, Capitale della "Verde Irpinia", villaggio prima, borgo poi, paesello successivamente, ed infine, paesone, vede il suo clima profondamente influenzato dalla sottoposizione a nord-ovest al Monte Partenio (1.598 metri s.l.m.), su cui si trova il celeberrimo Santuario di Montevergine, tanto che basta guardare la vetta del Monte per fare le "previsioni del tempo". Altri confini naturali delimitano la Conca Avellinese: i Monti di Avella (sud-ovest), i Monti Picentini (sud), il Monte Tuoro di Chiusano (est), la Valle del Sabato (ovest). La presenza dei rilievi citati costituisce una barriera per le nubi che incombono sulla cittadina, che finiscono per scaricare grandi quantità d'acqua nella lunga "Stagione delle piogge", che parte dalla seconda metà di agosto (nei pomeriggi) per interrompersi all'inizio di aprile, mutamenti climatici in corso permettendo. Almeno questo rappresentava la norma sino a pochi decenni fa, adesso con i cambiamenti climatici in atto, le piogge e le nevi si sono diradate. Comunque, l'appellativo di "Pisciaturo d'Italia" con cui il Capoluogo dell'Irpinia è conosciuto, sebbene non gradito a tanti Avellinesi, rispecchiava il vecchio clima. Profondamente colpito dai ricorrenti terremoti che si sono verificati nei secoli, Avellino ha comunque mantenuto, nella parte più antica, la conformazione medioevale, con case avvinte attorno alla Cattedrale, stradine e scalinate, che conducono al Duomo ed al Castello. Fino all'ultimo terremoto del 23 novembre 1980, anche tanta della restante parte di Avellino si caratterizzava per numerosi edifici risalenti ai secoli precedenti, anche se molti risultavano alquanto malandati, se non diruti. Il sisma citato, oltre a far strage di persone, assestò il "colpo di grazia" a tantissime strutture malconce, che crollarono o divennero completamente inutilizzabili. Ciò spiega la modernità che caratterizza la stragrande maggioranza degli edifici di Avellino. Il tremendo terremoto del 1980, ha determinato profondi mutamenti della vita avellinese, dato che la notevole massa di ricchezza affluita per la ricostruzione e le clientele politiche hanno finito per stravolgere i vecchi equilibri economico-sociali, finendo per far scomparire la massa di piccoli commercianti avellinesi, sostituiti da una classe di nuovi ricchi o comunque benestanti (neo imprenditori o pubblici funzionari o dirigenti), che disponendo di abbondante danaro (non proveniente d a militanza pluridecennale dietro il bancone del negozio di famiglia), ha impedito la trasmissione dei vecchi "Valori", e per effetto di trascinamento-imitazione, ciò ha riguardato tanti giovani, stravolgendone le abitudini, rispetto a quelli delle generazioni precedenti. Di conseguenza, a passatempi "tranquilli", sono subentrati consumi frenetici, vita dinamica, eccessi (alcol, droghe leggere e pesanti, naturali e sintetiche), e via discorrendo. Quanto detto, spiega la trasformazione di Avellino da centro agricolo-commerciale, con produzioni artigianali (fabbriche di carrozze, mobili, paste alimentari, pesi e misure, vetri, salumi, tipografie, litografie, librerie) a cittadina dipendente dalla Pubblica Amministrazione e dal commercio forestiero (leggasi napoletano, siamo all'invasione!!!). La crescita della popolazione residente e l'accresciuta ricchezza, almeno dei beneficiati della politica, spiegano l'espansione urbana negli ultimi decenni, avvenuta facendo scempio dell'abbondante verde che circondava la città, in costante riduzione. L'unico vero "Polmone verde" superstite è rappresentato dalla facilmente accessibile Valle del Fenestrelle, in prossimità del centro abitato. Oggi, piccola è la città, ma tanti, tantissimi i problemi irrisolti: il bellissimo Viale Platani sta morendo (i tagli sono continui a causa dell'espansione del cancro), l'inquinamento atmosferico cresce di continuo, a causa della vicinanza del nucleo industriale e del traffico esagerato, che nessuno dei continui "Piani-traffico" riesce a regolamentare, anche per l'assenza di grandi parcheggi periferici che impediscano il congestionamento del centro urbano, il crescente abusivismo di ogni fatta ed in ogni dove (parcheggiatori abusivi sempre più prepotenti, ambulanti anch'essi abusivi onnipresenti, microcriminalità dilagante, macrocriminalità indigena e forestiera sempre più potente), strade dissestate, vigilanza carente (provate a passeggiare di sera tardi o di notte!), risse ripetute nelle centralissime Via De Concilj e Viale Italia, droga, furti in appartamento, nomadi ed immigrati irregolari a iosa (non li definiamo clandestini, visto che etimologicamente "clandestino" è chi si nasconde, fa qualcosa di nascosto, in segreto, mentre stiamo parlando di persone che si muovono indisturbate alla luce del giorno e della notte e svolgono palesemente svariate attività - vendono di tutto lungo il Viale Italia, sotto i portici di Piazza Kennedy -, prostituzione al chiuso ed all'aperto). Tuttavia, nonostante il crescente degrado, Avellino non ha raggiunto, almeno visivamente, i livelli negativi di altri centri della Regione e presenta ancora condizioni sufficienti di vivibilità. La prossimità del Capoluogo dell'Irpinia alla preromana e romana Abellinum (3 chilometri), troverebbe la sua spiegazione nell'invasione dei Longobardi (571), i quali, per motivi difensivi, preferirono al vecchio sito di Abellinum, indifendibile, in quanto ubicato in piano e facilmente attaccabile, la cima della collina ove insiste la Cattedrale o Duomo, a guardia della quale posero più in basso un Castello, che eressero alla fine del IX secolo. In quanto Città-Capoluogo, Avellino ospita gli Uffici dell'Amministrazione Provinciale presso il Palazzo Caracciolo e quelli dell'Ente Provinciale Turismo (tel 0825-74732).
Dati essenziali: con una superficie di 30,4 kmq, a 351 metri s.l.m., Avellino propriamente detta ospita meno di 60000 abitanti, anche se, poichè tantissimi Avellinesi (o Avellinati), per sfuggire ai problemi crescenti del Capoluogo dell'Irpinia si sono trasferiti nei limitrofi comuni di Mercogliano, Monteforte, Atripalda, Manocalzati, S. Stefano del Sole, Aiello del Sabato, S. Potito Ultra, Cesinali e via dicendo, in realtà si è andata creando una nuova realtà pluricomunale, una sorta di mega Avellino, che oltrepassa i 100000 abitanti. Questo spiega la diminuzione negli ultimi anni dei residenti nel centro del Capoluogo, anche se facendo un raffronto con dati remoti, si nota il repentino aumento avvenuto nel periodo della crescita economica successiva alla ricostruzione post-bellica (gli abitanti erano 22422 nel 1881, 26633 nel 1894). Il Santo Patrono è S. Modestino, festeggiato il 14 febbraio. Eventi molto seguiti sono la Festa di S. Ciro Martire (31 gennaio), particolarmente sentita a Valle Ponticelli e Picarelli, il Palio della Botte (seconda settimana di maggio), la Festa di S. Domenico (24 maggio), la Festa di S. Antonio da Padova (13 giugno), soprattutto a Valle-Ponticelli, la Festa della Madonna delle Grazie (2 luglio), molto seguita dagli Avellinesi, la Festa di S. Alfondo Maria dei Liguori (1 agosto), la Festa del Santissimo Salvatore (6 agosto), alla frazione Picarelli, la Festa di S. Pellegrino (25 agosto), a Picarelli, il Ferragosto avellinese, accompagnato dalla Fiera delle bancarelle (tutto agosto), la Festa della Madonna (prima domenica di settembre), a Valle-Ponticelli, la Festa di Maria Santissima di Montevergine (seconda domenica di settembre), festeggiata al Rione Mazzini, la Festa di S. Francesco d’Assisi (4 ottobre), al Borgo Ferrovia, la Festa della Madonna del Santissimo Rosario (7 ottobre), la Festa di S. Gerardo (16 ottobre), la Festa dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (8 dicembre), la Festa di S. Lucia (13 dicembre) a Valle-Ponticelli. Il mercato è bisettimanale (Martedì e Sabato) e si tiene nel piazzale antistante lo Stadio Partenio. Avellino si raggiunge percorrendo l'Autostrada A16 Napoli-Bari, utilizzando il casello di Avellino Ovest (nel territorio di Mercogliano) o quello di Avellino-Est (nel territorio di Manocalzati). Altre strade percorribili per raggiungere il Capoluogo dell'Irpinia sono la Superstrada Avellino-Salerno, la Strada Statale 7 per Napoli, la Strada Statale per Salerno, la Strada Statale 88 per Benevento, la Strada Statale 90 per Foggia. In alternativa, è possibile raggiungere Avellino utilizzando la strada ferrata, scendendo alla stazione ubicata al Largo Ferrovia, lungo Via Francesco Tedesco (tel. 0825-626031), in prossimità del confine con Atripalda. Da tale stazione partono treni per l'Alta Irpinia, il Sannio, il Salernitano, Napoli ed altre destinazioni. Tantissime corriere, sia pubbliche come l'AIR (Piazza Kennedy, tel. 0825-204250), che private, che collegano Avellino con gli altri Comuni dell'Irpinia, gli altri Capoluoghi della Regione, Roma, le città del Centro-Nord e destinazioni estere (es. Svizzera, Germania, Francia, ecc.).
Già si è detto della notevole espansione urbana degli ultimi decenni che ha determinato la nascita di nuovi quartieri o l'espansione di quelli esistenti, come Contrada Baccanico, oggi centralissima, Contrada Archi, Contrada Liguorini, Rione Valle, Rione Parco, Rione Mazzini e Contrada San Tommaso. Essenziale, perciò, sarebbe la tanto auspicata realizzazione del Parco del Torrente Fenestrelle, dove invece si parla tanto della sua asfaltizzazione e cementificazione per la realizzazione di una variante stradale, con la conseguente distruzione delle campagne coltivate e conseguente rovina delle colline circostanti. La nascita del citato Parco, invece, oltre a garantire una sia pur limitata ossigenazione al centro urbano, permetterebbe l'effettuazione di piacevoli passeggiate attraversando la residua vegetazione spontanea, potendo raggiungere a piedi, ad esempio, Contrada Bagnoli, Contrada Bosco dei Preti e le zone rurali più elevate rispetto alla città, da cui ammirare il centro urbano.
La nostra visita guidata parte dalla storia di Avellino, mostrando il Castello ed il Casino del Principe, che ne costituì una pertinenza, le Chiese ed i Conventi, il Palazzo della Dogana, già esistente nel 1007, la Torre Orologio, di cui ancora discussa è l'origine, ma certo è il ruolo di simbolo di Avellino, l'Obelisco Carlo II, noto come "Re di Bronzo". Diversi sono gli edifici signorili giunti sino ai nostri tempi, anche se non tutti in buono stato di conservazione, mentre poche sono le Fontane di pregio artistico o storico. Grande importanza svolsero per la formazione degli studenti irpini sia il Convitto Nazionale, intitolato a "Pietro Colletta", che l'Istituto Agrario dedicato a Francesco De Sanctis. A ridosso della strada principale di Avellino e vicine tra loro si trovano la struttura che accoglieva il Carcere borbonico e Villa Comunale, ex Orto botanico. Una migliore "messa a fuoco" del Capoluogo dell'Irpinia, si ricava considerandone gli edifici pubblici, i Monumenti, la centralissima Piazza della Libertà, il Corso Vittorio Emanuele II, il Viale Italia, abbellito dalla presenza di platani maestosi, ma purtroppo morenti perchè aggrediti dal cancro, il Ponte della Ferriera, i Musei, tra cui spicca il Museo Irpino, la Stazione delle Ferrovie dello Stato , la Visita guidata, che vi consentirà di passeggiare nel Capoluogo, il Calcio, la squadra dell'Avellino, passione di tutti gli Irpini, una serie di Gallerie di immagini. La visita guidataè completata dalla trattazione di alcuni Rioni e Frazioni di Avellino: Bellizzi, Picarelli e Valle, che per la storia religiosa di Avellino riveste un ruolo particolare perchè nel suo territorio che in passato si chiamava Urbinianum, stando alla Tradizione, vennero ritrovate le reliquie di S. Modestino, Patrono di Avellino.