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Fontanarosa vantava il più grande presepe del Settecento napoletano, nel 1930 riconosciuto "monumento nazionale" dal Re Vittorio Emanuele II, che durante la sua visita in Irpinia, lo ammirò e ne restò affascinato.
L'imponenza e la bellezza del presepe di Fontanarosa era tale che nel 1950, venne esposto per un intero Anno Santo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. I visitatori furono tantissimi.
Verso la metà del 1800, l'allora parroco di Fontanarosa, Don Gennaro Penta, prese l'abitudine di comprare a Napoli delle statuine per il presepe, tanto che dopo qualche tempo, un'intera navata della chiesa della Misericordia, circa 30 mq, finirono per essere occupati dal presepe.
La notevole dimensione del presepe richiedeva un lavoro di preparazione di circa due mesi da parte di volontari. I tradizionali elementi del presepe napoletano, come la taverna, il mercato, gli angeli, venivano integrati e sovrastati dall'irpinizzazione dello scenario (monti e colline in luogo della pianura) e dei materiali (olmo al posto del sughero). Inoltre, venivano riprodotte scene e personaggi della vita quotidiana fontanarosese: fontane, pastori, armenti.
Morto il parroco, gli eredi donarono parte del presepe al Museo Provinciale di Avellino. La tradizione del presepe, si interruppe, ma venne ravvivata da un altro parroco, Don Davide d'Italia, che comprò nuovi pastori. Successivamente, vi fu un nuovo periodo di oblio durato circa 30 anni, fino al 1982, quando dopo il terremoto, alcuni giovani ed il parroco Don Giulio Ruggiero ripresero la tradizione del presepe.
Purtroppo, l'intero presepe fu rubato. L'amministrazione comunale di Fontanarosa ottenne dall'Amministrazione Provinciale la restituzione dei pastori giacenti nei depositi (54 pezzi), grazie a cui il presepe ha ripreso vita.