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Il terremoto del 23 novembre 1980 non fu l'unica iattura che colpì il centro storico di Guardia dei Lombardi, oggi quasi del tutto abbandonato, che si presenta a pianta a forma di stella, su cui domina l'imponente torre campanaria della chiesa Madre di S. Maria delle Grazie.
Purtroppo, all'azione devastatrice della natura, col terremoto che determinò il crollo dei vecchi malandati edifici, si aggiunse la cupidigia e stoltezza umana. Infatti, sebbene ancora oggi sia un piacere camminare in quel che resta del centro storico di Guardia, con i suoi vicoletti e stradine, palazzine con portali in pietra, finestre con lavori in pietra lavorata e balconi ferro battuto (come quello che si vede nell'immagine), stemmi, lapidi con iscrizioni e simili, purtroppo, danni irreparabili vennero causati dalla ingordigia umana.
Numerosi "prelievi" di elementi architettonici di pregio, vennero attuati sia in relazione ad edifici civili che religiosi. In buona sostanza si sfregiò, mutilò e svuotò quel che di rilevante rimaneva del borgo, sviluppatosi dall'originario aggregato di abitazioni sorto alla fine del IX secolo, attorno all'originaria chiesa di S. Pietro Apostolo, nell'area detta "Giaggia".
A dire il vero, la deturpazione del centro storico era iniziata già molto prima, sia colla sostituzione della tipica pavimentazione "a selciato" (pietre tonde dei torrenti collocate in modo da originare figure ornamentali), che, fino alla metà del XX secolo, copriva strade e vicoli, che con la rimozione delle antiche scalinate in pietra, che decoravano gli edifici (su cui sovente si leggevano date e scritte importanti per la storia di Guardia dei Lombardi).
Gli edifici citati, a causa delle rigide temperature che interessavano (ed interessano) il paese durante l'inverno, erano realizzate con mura spesse "quattro palmi" (poco meno di due metri), con primitive ma efficaci tecniche antisismiche, basate sull'impiego di "diatoni", pezzi di legno frammisti a sabbia gialla e calce locali. Nell'introduzione dedicata a Guardia già si è anticipato che il tetto utilizzava i "coppi", embrici rossi di terracotta, realizzati in Contrada Mattinelle presso la "Fornace". Altri elementi caratteristici (da noi cercati ma ancora non individuati) erano rappresentati dalla presenza di spie o feritoie, dette tecnicamente "saettiere" di cui ogni portale disponeva, che fungevano da strumento difensivo, per vedere l'invasore ed, al caso, poterlo colpire, nonchè dalle pietre, dette "soste", a cui si ancoravano le briglie degli animali temporaneamente "parcheggiati" al lato dei palazzi.