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Molino-Giardino

Il Molino o Mulino-Giardino delle miniere di zolfo (Capone, Piccola, Sociale e Vittoria), che raggiungono nel sottosuolo la profondità di oltre 300 metri, è sede di un complesso di "archeologia industriale".

Le miniere si trovano nei pressi della stazione ferroviaria di Tufo.

Nel 1866, Francesco Di Marzo, appartenente ad una famiglia Avellinese proprietaria di diversi terreni nell'area, scoprì a Tufo un interessante giacimento di zolfo.

A quel tempo, l'estrazione del minerale era quasi esclusivo appannaggio della Sicilia. In breve volgere di tempo, la produzione di Tufo si affermò, in quanto:

La tecnologizzazione della linea di produzione iniziò nel 1878. La commercializzazione del prodotto al di fuori del ristretto ambito provinciale fu favorita dalla costruzione, nel 1888, della linea ferroviaria Avellino-Benevento, la cui locale stazione-merci era assai vicina al Molino di lavorazione.

La struttura era ubicata al confine tra i Comuni di Tufo ed Altavilla Irpina, dove si trova la mimera SAIM, risalente al 1899. Il minerale veniva estratto a più livelli di profondità e stando ad un testo di fine XIX, era "a matrice calcareo-argillosa" e si vendeva "in gran o parte allo stato naturale per la solforazione delle viti, previa una semplice macinazione". Il trasporto interno veniva eseguito "a spalla fino alla galleria principale, poi con vagoni spinti a mano". Si ricorreva anche all'ausilio di animali da soma. A tal punto, avvalendosi di rotaie, dei carrelli venivano fatti arrivare dal luogo di estrazione al Molino di lavorazione. Qui avveniva anche l'insaccamento, la conservazione ed il carico su mezzi di trasporto esterni.

L'intera struttura, che si diceva "Molino-Giardino", comprendeva su due livelli, uffici, foresteria, officine ed i magazzini. La crisi degli anni '60 fece scendere gli occupati dagli ottocento di fine secolo XIX a poche decine nel 1972, data di chiusura delle cave sotterranee. La liquidazione della società si ebbe nel 1992.

La valorizzazione di questa ricchezza antica, ha indotto le amministrazioni comunale e Provinciale alla elaborazione di un progetto di "Archeologia industriale".

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