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Interno

Entrando nel Duomo, a croce latina e tre navate, la prima cosa che colpisce lo sguardo è la magnifica volta a cassettoni in legno dorato, con la figura della Madonna dell'Assunta, realizzata nel XVIII secolo dall'artista A. Michele Ricciardi.

Basta abbassare lo sguardo per essere attratti dallo splendido altare maggiore, intarsiato sapientemente, il magnifico Coro ligneo, risalente al XVI secolo, restaurato da Erminio Trillo di Bagnoli, le dieci Cappelle laterali, che albergano le raffigurazioni bibliche di Achille lovine, la grande tela dell'Adorazione dei Re Magi, nella Cappella della famiglia Spadafora, attribuita da alcuni ad un ignoto autore del XVI secolo, da altri a Marco Pino da Siena (XVI-XVII secolo), e da altri ancora, più recentemente, a Ippolito Borghese, due Angeli stuccati nell'arco maggiore della navata principale, del calabrese Giuseppe Sorbilli, la statua lignea dell'Immacolata (XVIII secolo), realizzata da Nicola Fumo, la Trinità nella Cappella del Sacramento, realizzata da Annibale Caccavello e Giovan Domenico D'Auria.

Quanto detto, fornisce un'idea generale di quanto il Duomo possa offrire.

Volendo invece simulare una visita, allora, dopo esserci entrati, tenendoci nella navata destra, vedremmo la lapide relativa ai lavori di restauro e di riparazione dei danni causati dal terremoto del 23 novembre 1980 voluti dal Vescovo Pasquale Venezia, che ricorda come questo "antico tempio squassato nel corso dei secoli da terribili terremoti e da atroci fatti di guerra, colpito ma non abbattuto" venne "riconsegnato alla pietà del popolo di Dio il 6 ottobre 1985" e "restituito all'antico splendore" "per miracolo di fede e volontà tenace di uomini".

Sulla porta laterale, nella lunetta, è raffigurata l'inaugurazione e benedizione solenne della rinnovata cattedrale il 1 agosto 1889 da parte del Vescovo Francesco Gallo (1855-1896).

Sopra la porta che poneva in comunicazione il Seminario con il Duomo si trovava la rappresentazione della posa della prima pietra per la costruzione della nuova abside, di Achille lovine, rifatte quasi completamente da Ovidio De Martino. Accanto a tale porta, residuano due lapidi apposte sotto il Vescovo Giovan Paolo Torti Rogadei (1726-1742), che stimolò il lavori di restauro conclusi il 17 luglio 1728, ma resi inutili dal sopraggiunto tremendo terremoto del 29 novembre 1732. I nuovi lavori vennero conclusi nel 1736.

A questo punto, troviamo l'altare con l'immagine di S. Gerardo Maiella, che visse in Irpinia, l'altare con un medaglione della Madonna del Carmine. che si trovava presso il "Carminiello allo Stretto", e che venne abbattuto dopo la guerra, l'altare dell'Adorazione dei Magi, abbellito dal più bel dipinto del Duomo relativo all'evento in questione, opera di Marco Pino da Siena, che lo realizzò presumibilmente tra il 1570 ed il 1580.

Viene poi l’altare di S. Antonio da Padova, datato 1729. In passato, la statua del Santo si trovava in una cappella del demolito Convento di S. Francesco (Piazza della Libertà), in cui avevano la sede le Confraternite di S. Antonio e dell'Immacolata, poi trasferite negli anni Trenta del XX secolo, nella Cattedrale, in cui vennero portati i marmi ad intarsio colorato degli altari di S. Antonio e della Assunta.

Ancora più avanti si trova l'altare con la grande tela della Crocifissione di Achille lovine, che il Vescovo Gallo chiamò ad Avellino, che adorna un preziosissimo reliquiario a forma di croce che contiene due ampolle di vetro sigillato, in cui si custodiscono una delle Sacre Spine della Corona di Gesù ed un pezzetto della Croce, che Carlo I d'Angiò prelevò dalla Cappella Reale di Parigi. Tale astuccio d'argento, montato su di un piedistallo con due grandi Angeli, venne rubato unitamente ad altre argenterie la notte dell'8 novembre 1825, imponendo il rifacimento di una copia del piedistallo a spese della città.

Sul lato sinistro, l'altare di fronte, presenta una statua del S. Cuore di Gesù, anche se in passato vi era collocato un quadro di S. Alfonso Maria dei Liguori, che secondo la Tradizione qui avrebbe celebrato la messa ed a cui è dedicato un Convento.

Viene poi l'altare della Madonna del Rosario, dove si trovano un quadro della Madonna con S. Domenico e S. Luigi Gonzaga, dell'artista Angelo Michele Ricciardi. Un'iscrizione del 1888, segnala che l'altare era sotto lo jus patronato della famiglia Greco.

Altro altare è quello dominato dalla bella statua in legno d'olivo della Madonna dell'Assunta, opera realizzata nel XVIII secolo da Nicola Fumo di Baronissi. Nel 1760, la statua, appartenente alla Confraternita dell'Immacolata ubicata presso il Convento di S. Francesco (Piazza Libertà), venne trasferita presso il Duomo, anche se venne realizzata la Confraternita dell'Immacolata Concezione (Piazza Duomo) per officiare il servizio ai Confratelli. Anche i marmi, su cui si legge la data del 1740, provengono dalla Chiesa di S. Francesco.

Osservando di fronte, si nota un buco nel pilastro protetto da un vetro: si tratta di un "saggio" per evidenziare il rivestimento di pietra della colonna originaria.

Vengono poi due Cappelle, di cui la seconda fungeva da Battistero. Dopo l'ultimo restauro, il fonte battesimale venne spostato davanti all'altare maggiore nel Transetto.

IL Vescovato di Francesco Gallo (1855-1896) è ricordato dal busto sul parapetto della cantoria e dagli stemmi sulla porta d'ingresso e sull'arco dell'abside e la sepoltura nella Cattedrale.

Portandoci al centro della Cattedrale, volgendo lo sguardo alla volta, siamo attratti dal soffitto cassettonato, con al centro il dipinto della Madonna Assunta in cielo, opera di Angelo Michele Ricciardi (approssimativamente 1702-5).

Sull'arco che immette nel Transetto sono riprodotti a stucco, gli altorilievi degli apostoli Pietro (a sinistra) e Paolo (a destra) che col braccio steso indicano la Croce inserita in un medaglione centrale.

Tra gli archi e l'architrave si notano figure di Profeti o di altri personaggi biblici, opera di Achille lovine. Nelle dieci cupolette delle navate laterali, cinque per ogni navata, sono raffigurati alcuni episodi della vita della Madonna e di Gesù con sua Madre. Realizzati da Achille Iovine, vennero rovinati dall'umidità e rifatti in gran parte da Ovidio De Martino.

Infine, nella parte intermedia del cornicione si legge un pensiero o di Papa Paolo VI (Concilio Vaticano 11-21 novembre 1964), relativo alla Madonna "Mater Ecclesiae" e "modello dei cristiani".

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