Bisaccia
Al centro del vastissimo territorio comunale, assai interessante dal punto di vista naturalistico, ambientale e faunistico, Bisaccia vecchia si erge su uno sperone del Monte Calvario, che separa il bacino dell'Ofanto da quello del Carapelle. A seguito del terremoto del 1930, venne edificata Bisaccia Nuova, dove finisce la SS 303, a sud delle colline Serroni. La natura del suolo friabile, formato da sabbia ed argilla, su cui insiste il paese vecchio, con i suoi secolari cedimenti e spostamenti, ha creato fratture profonde e visibili, accentuando la separazione tra i due nuclei abitati, il vecchio, agonizzante in cui sopravvivono circa 300 nuclei familiari, ed il nuovo, che ne accoglie circa 1600. Altro elemento naturale caratterizzante Bisaccia è il vento che, costante ed impetuoso, soffia sul suo territorio. Ciò spiega la realizzazione sull'Altopiano del Formicoso, grazie a finanziamenti dell'Unione Europea, di una famosa centrale eolica, il cui impatto ambientale è purtroppo discutibile. Comune dell'Irpinia di antiche tradizioni agricole, noto per la copiosa produzione di cereali, vantava anche apprezzabili attività artigianali, quali la produzione manuale di arazzi di lana, cotone, lino e canapa, e la lavorazione dell'argilla, che oggi sembra scomparsa. Tantissimi gli emigrati nel periodo anni '50-anni '90 e particolarmente nel periodo anni '60-anni '80, verso la Germania, la Svizzera e la Francia. Il terremoto del 1980, apportatore di drammi e distruzioni, fece affluire tantissimo danaro pubblico per la ricostruzione, che però si è risolto in una grande occasione mancata: da un lato, tante sono state le case riedificate nella zona vecchia, ma che risultano desolatamente vuote, dall'altro, il "vile" danaro, un tempo scarso, divenuto improvvisamente disponibile in gran copia, ha stravolto gli usi e le abitudini, portando alla formazione di una classe di nuovi ricchi e disabituando molti giovani alla "fatica", in quanto divenuti amanti della bella vita, delle "ore piccole", in ciò "sussidiati" dai genitori e nonni, un tempo contadini in difficoltà e sempre prossimi ad emigrare, a causa degli indadeguati ritorni reddituali rispetto alle fatiche che la terra imponeva, ed oggi pubblici dipendenti con stipendio sicuro e posto fisso.
Dati essenziali: con il territorio vastissimo (oltre cento chilometri quadrati di superficie), a 860 metri s.l.m ed a 68 chilometri da Avellino, Bisaccia ospita circa 4300 Bisaccesi, con una tendenza demografica assai negativa che le ha fatto perdere quasi il 12% nell'ultimo decennio, portando il dato statistico molto al di sotto di quello di fine XIX secolo (6330 abitanti) e drammaticamente al di sotto di quello del 1918 (9000 abitanti). Il Santo Patrono è Sant'Antonio da Padova, festeggiato il 13 giugno. I due giorni precedenti, l'11 ed il 12 giugno, si tiene una Fiera dedicata allo stesso Sant'Antonio. Altro evento religioso importante è rappresentato dalla Festa di San Rocco, detta anche Fiera di settembre, visto che si celebra in tale mese, nei giorni 10 ed 11. Il mercato si tiene di sabato. Bisaccia si raggiunge su strada seguendo diversi percorsi alternativi: utilizzando l'Autostrada A16 Napoli-Bari, uscendo al casello di Lacedonia ed imboccando la strada parallela al Vallone Isca che conduce direttamente a Bisaccia (percorso circa 12 chilometri), oppure utilizzando la strada del Fondovalle Ufita, che arriva quasi ai piedi di Bisaccia, o ancora, raggiungendo i paesi della Baronia e, da Vallata, imboccando la SS 91 e poi la SS 303. In alternativa, è possibile utilizzare la strada ferrata. La stazione più prossima è quella di Calitri-Pescopagano sulla linea Avellino-Rocchetta Sant'Antonio.
Davvero interessante dal punto di vista naturalistico, ambientalistico e faunistico è il territorio bisaccese, che oltrepassa il triangolo formato dal Monte Calaggio (748 metri s.l.m.), dal Monte Calvario (973 metri sl.l.m.) e dal Monte La Toppa (988 metri s.l.m.), spingendosi, da un lato, verso il Vallone del torrente Isca che confluisce nel torrente Calaggio, e dall'altro ai Serroni (870 metri s.l.m.). Altre acque sono quelle dei torrenti Boscozzulo e Salaco e quelle del Lago Tanga. Nel territorio bisaccese la selvaggina abbonda e, purtroppo, i cacciatori, anzichè pensare alle "femmine", accorrono qui in gran numero. Tra gli animali presenti nell'area segnaliamo la poiana, il nibbio, il fagiano, l'albanella e la lepre. Interventi di rinboschimento mirano ad assicurare una maggiore stabilità all'assai friabile suolo bisaccese, dove, su centinaia di ettari di terreno, sono stati impiantati cipressi, cerri e pini. Tutta una collina è occupata dal Bosco Cuccari, formato essenzialmente da querce.
La nostra visita guidata, partendo dalla storia di Bisaccia, tratta del castello (mostrandone anche una galleria di immagini), della splendida Cattedrale, della chiesa di S. Maria Carmine, della Congrega dei Morti, della chiesa di S. Antonio da Padova, Patrono di Bisaccia, e della chiesa del Sacro Cuore. La visita guidata si conclude con gli edifici signorili, l'emigrazione, che ha svuotato il paese, e la galleria di immagini 1, la galleria di immagini 2 e la galleria di immagini 3.