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Partendo dalla centrale piazza S. Felice, dominata dal plurisecolare tiglio,
superando Re
Muredde e la chiesa
Madre di S. Maria Maggiore, ci si inerpica sul sentiero che si vede
nell'immagine, che conduce all'area fortificata del pianoro del castello,
che ha formato oggetto di un recente restauro. Realizzato intorno al VII
secolo, per raggiungere la più antica fortificazione, il percorso
venne rinnovato nel XII-XIII secolo, in relazione ad una vasta ristrutturazione
del fortilizio, per subire successivamente solo interventi minori. Le case
del borgo
medioevale fiancheggiavano tale percorso. L'abbandono della struttura
difensiva e la sua conseguente rovina determinarono il graduale crollo del
castello e delle case del borgo, esistenti
lungo il percorso fino al XIX secolo, finendo per coprire il percorso stesso,
riportato alla luce dagli scavi del 1990-1994.
Ubicata a 754 metri s.l.m. sullo sperone roccioso che si vede nell'immagine,
la struttura (negli antichi documenti è chiamata Castellum Sancti
Felicis) e successivamente Rocca (dall'arabo Ruch = torre quadrata per difesa)
venne edificata quale fortilizio difensivo dai Longobardi per difendere
il territorio dai Bizantini, ma soprattutto a seguito delle lotte per l'impossessamento
del Ducato di Benevento, risolte da Re Ludovico II, figlio dell'Imperatore
di Germania Lotario, che impose ai belligeranti, nell'848, dopo ben quattro
anni di discussioni, la scissione del Ducato conteso, con il distacco da
questo di quello di Salerno. Il torrente Fredane rappresentò il confine
tra i due Ducati, per la cui sorveglianza, Radelchi, Principe di Benevento,
fece edificare due fortilizi a S. Angelo a Pesco (nel territorio di Frigento.
In dialetto "pescone" o "piscone" = grossa pietra) ed
a Rocca San Felice, mentre Siconolfo, Principe di Salerno, ordinò
la costruzione dei fortilizi di Monticchio dei Lombardi, Sant'Angelo
dei Lombardi, Torella
dei Lombardi e Guardia
del Lombardi.
Il castello domina la sottostante valle occupata parzialmente dall'abitato di Rocca San Felice, che avvince il castello. I lavori di restauro del 1990-1994 hanno consentito di recuperare la struttura complessiva della Rocca, non solo relativamente a parte delle mura difensive e la torre cilindrica principale (Donjon), ma anche delineando il percorso di accesso a cui abbiamo fatto cenno all'inizio.
Il fortilizio era cinto da mura, di cui ne mostriamo una parte nell'immagine
sulla sinistra. Nel lato meridionale si apriva il portale d'ingresso, scavato
nel banco di roccia calcarea. La struttura difensiva aveva come fulcro il
Donjon, che si vede nell'immagine a destra, la torre cilindrica eretta nel
XIII-XIV secolo inglobando preesistenti strutture difensive, sia cilindriche
che poligonali. Il Donjon, del diametro di 10 metri, venne edificato sulla
roccia utilizzando la tecnica del riempimento "a sacco", entro
due cortine di pietre lavorate che formavano la facciata interna ed esterna
(lo spessore complessivo è di due metri e mezzo).
Il Donjon, facendo parte di una struttura difensiva, venne realizzato avente
a mente la sua funzione, tanto che per accedere dai livelli inferiori al
terzo, si utilizzavano delle scale di legno mobili, che consentivano di
raggiungere delle botole collocate nel pavimento.
La torre si sviluppava verticalmente secondo quattro distinti livelli:
Infine, in cima si trovava una copertura che, oltre a fungere da torretta di avvistamento, era stata costruita in modo da raccogliere le acque piovane e da convogliarle, tramite un tubo, alla cisterna, servita dal pozzo della cucina. In aggiunta, nei pressi di una lunga terrazza, erano collocate le abitazioni dei soldati e dei servi, erano presenti l'orto, le stalle e le botteghe degli artigiani.
L'originario fortilizio longobardo vide nel corso del tempo diverse integrazioni e modifiche. Se la funzione difensiva venne rimarcata nel XV secolo realizzando il bastione meridionale, gli interventi successivi finirono per esaltare la destinazione residenziale, che divenne evidente verso il termine del Medioevo, con la costruzione del "Palatium" (dotato di cisterna e camino) e di un edificio ad uso abitativo, tra il Donjon e le mura. Col passare del tempo, la Rocca, che già aveva perso le funzioni difensive, perse anche quelle residenziali, finendo per essere dapprima "degradata" a semplice officina di un fabbro, poi gradualmente abbandonata a partire dalla fine del XVI secolo e del tutto svuotata non più tardi del XVII secolo.