Montecalvo Irpino
Su un crinale che domina la valle del Miscano, borgo di antiche tradizioni agricole, ancora oggi motore dell'economia locale, con campagne fertilissime che producono ciliege, grano e prodotti ortofrutticoli da esportazione, Montecalvo è un comune ancora vitale dell'Irpinia "altissima", nonostante anche qui il flusso emigratorio sia rilevante. Località turistica che attrae migliaia di persone d'estate, per la sua felice posizione geografica e per il verde da cui è circondato, presenta negozi nuovi, vie animate, diversi edifici, pubblici e privati, in via di restauro.
Dati essenziali: a 60 km da Avellino, a 623 m s.l.m., Montecalvo si estende su una superficie di 53,53 kmq che ospita poco più di 4000 montecalvesi, con un'andamento demografico assai negativo. Il Santo Patrono è S. Felice Martire che si festeggia il 30 agosto. Le altre feste di rilievo sono quelle della Cappella (ultima domenica di maggio), S. Antonio (13 giugno), la Sagra "Montecalvo com'era" in contrada Malvizza (12-15 agosto), la Festa di S. Pompilio (20 agosto), la Festa di S. Felice (30 agosto /ultima domenica di settembre), la Sagra dei Cicatielli e la Fiera di S. Caterina (21-23 novembre). Il mercato si tiene il mercoledì. Montecalvo è raggiungibile sia tramite la SS 414 da Ariano Irpino che con la SS 90 bis Benevento-Foggia. Dispone altresì di una stazione ferroviaria a cinque km dal centro (linea Caserta-Benevento-Foggia). La linea ferroviaria segue un percorso panoramico lungo la Via Traianea, utilizzata dai Romani in età imperiale per raggiungere Brindisi.
Eventi drammatici, quali epidemie di peste (tremenda quella del 1656 che distrusse completamente l'intero feudo di Corsano) e ripetuti terremoti, hanno stravolto l'originaria struttura urbana, oltre che danneggiato il patrimonio architettonico del borgo, inducendo i residenti a spostarsi verso l'attuale centro, nella zona del "Piano".
La nostra visita guidata, partendo dalla storia di Montecalvo Irpino, sottolinea la rilevanza che il paese ha avuto sin da epoche remote, come dimostrato dalla sekoma (pesa pubblica romana), dai ponti romani di S. Egidio e del Diavolo, dal castello, dai palazzi signorili. Montecalvo Irpino vanta anche un santo, S. Pompilio, a cui è intitolata la relativa chiesa e presenta oltre alla chiesa Madre, diverse altre chiese. L'aspetto paesaggistico-naturale richiama il Trappeto, nonchè il verde da cui è circondato il borgo e le sue acque (particolarmente interessanti appaiono anche le Bolle della Malvizza, esalazioni mefitiche e l'eruttazione di materiali fangosi). Completano il quadro altre immagini che raffigurano il monumento ai caduti, unitamente a diversi incantevoli angoli caratteristici.