Morra De Sanctis
Tra le valli dei torrenti Isca e S. Angelo, su di un altopiano compreso tra il Toppo Guardiola (670 metri s.l.m.) ed il Monte Calvario (902 metri s.l.m.), che esprime il punto più alto del territorio comunale, Morra è immersa nel verde di campagne abbastanza urbanizzate, da cui si ricavano in abbondanza cereali ed uva da vino. Dal 1934 Morra Irpina, in onore del suo più illustre figlio, Francesco de Sanctis (1817-1883), patriota, insigne letterato e statista di valore, mutò il suo nome, assumendo l'attuale denominazione di Morra de Sanctis. L'ultimo terremoto del 1980 ha stravolto la tipica configurazione medioevale che caratterizzava il paese irpino, composta da un dedalo di stradine, vicoletti, piazzette, scalinate, palazzine con caratteristici portali in pietra e balconi e finestre con lavori in ferro battuto. A quest'ultimo riguardo, va ricordato che Morra vantava una decina di abili maestri artigiani, presso cui praticavano l'apprendistato giovani Lionesi. La salubrità dei luoghi e l'abbondanza di acque e verde assicura la realizzazione di prodotti tipici gustosi e genuini. Per i farinacei, il semplice pane, gustoso e fragrante, è affiancato da svariate specialità di pasta fatta in casa (cavatielli, "strangolapreti", fusilli, ravioli al tartufo, "lagane" e ceci, taralli con strutto e pepe). Gli abbondanti pascoli consentono, innanzitutto, la produzione di ottimo latte per l'industria casearia (latticini, formaggi locali, caciocavallo) ed assicurano, inoltre, la produzione di varie tipologie di carni, sia fresche (ovini, bovini, conigli), tra cui spiccano l'agnello alla brace ed il coniglio alla cacciatora, che insaccate (sopressate affumicate), che, infine, carni abbinate ad altri alimenti (trippa con fagioli). Le numerose sorgenti di acqua pura hanno fatto nascere attività di acquacoltura, che riforniscono i locali ristoranti di squisito pesce d'acqua dolce, a cui si aggiunge il baccalà alla "gualanegna". Infine, non vanno dimenticati gli asparagi, le gustose fragoline del sottobosco, i funghi di bosco e la "migliazza" (pizza rustica preparata con farina di mais). In tempi recenti, alle attività agricolo-pastorali ed artigianali, si sono affiancate quelle industriali, visto che un moderno nucleo produttivo contribuisce, in un qualche modo (anche se in misura inferiore alle attese), a diversificare le fonti di reddito che sostengono l'economia locale.
Dati essenziali: a 863 metri s.l.m. ed a 57 chilometri da Avellino, Morra De Sanctis ospita circa 1400 Morresi con una tendenza demografica infinitamente negativa, che le ha fatto perdere quasi 1/4 della popolazione nell'ultimo decennio, portandola assai lontano dal dato statistico di fine XIX secolo (3026 abitanti). Il Santo Patrono è S. Rocco, festeggiato il 23 agosto. Importante è la Festa della Madonna di Montecastello (terza domenica di maggio), durante la quale si è soliti assaporare delle specialità gastronomiche locali durante la Sagra del baccalà (alla gualanegna o alla pertecaregna) e del soffritto, dove si può gustare anche la trippa. D'estate il paese si rianima grazie ad una serie di attività culturali e ricreative. Una fiera si tiene la quarta domenica di settembre. Il mercato si tiene il martedì. Morra si raggiunge percorrendo la Strada Statale Ofantina Bis. In alternativa, è possibile utilizzare la linea ferrata Avellino-Rocchetta S. Antonio.
Il verde dei boschi da cui è coperto il territorio del paese irpino, la straordinaria abbondanza di sorgenti d'acqua (55!), i torrenti che l'attraversano, Isca, S. Angelo, Bocca Nuova, Fiumicello, che convergono nell'Ofanto, originando un'area assai attraente dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, sono tutti elementi che contribuiscono a fare di Morra de Sanctis una possibile meta per ottime escursioni ossigenanti e rilassanti. Nei pressi del paese, nel mezzo di folti boschi, vi sono anche alcuni piccoli laghi artificiali, che favoriscono l'acquacoltura e la pesca. Ulteriore motivo di attrazione è rappresentato dalla presenza di banchi d'arenaria che celano diversi reperti fossili, prevalentemente conchiglie, che si prestano ad attirare esperti geologi o "dilettanti allo sbaraglio".
La nostra visita guidata, partendo dalla storia di Morra, mostra il castello, la chiesa Madre dedicata ai Santi Pietro e Paolo, la chiesa di San Rocco, protettore di Morra, a cui è dedicata l'omonima Guglia, la chiesa di Montecastello. Tra i membri della famiglia feudataria de Morra, che per secoli, quasi ininterrottamente, dominò su Morra, spicca la figura di Papa Gregorio VIII, Pontefice per soli 52 giorni. Il nome del paese irpino si lega alla figura di Francesco De Sanctis, patriota, insigne letterato e valido politico, in onore del quale Morra cambiò nome da "Morra Irpina" a "Morra De Sanctis". Una pagina è dedicata alla casa natale di Francesco De Sanctis. Altri elementi caratteristici di Morra sono la Croce dei Piani, gli edifici signorili, il borgo antico, il mulino Donatelli, i laghi di Morra. Per fornire una presentazione di Morra più accurata, non potevamo trascurare il dialetto morrese, l'emigrazione, che ha dissanguato Morra ed il fenomeno del brigantaggio, che interessò il comune dell'Irpinia nell'Italia postunitaria. Completa la visita guidata una galleria di immagini.